La Nuova Sardegna

Sport

Belloni cuore olbiese «Che emozione fare gol al Nespoli»

di Paolo Ardovino
Belloni cuore olbiese «Che emozione fare gol al Nespoli»

Ha firmato il 3-3 col Novara, prima rete tra i professionisti «Ora devo pensare alla scuola, poi a maggio la patente»

3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Si apre la telefonata e appena dopo i saluti arriva il primo commento: «una grande emozione, non ci credevo». Luca Belloni, olbiese quasi maggiorenne, si riferisce alla rete segnata domenica nel 3-3 contro il Novara. Il pari ha spezzato i sogni di playoff, ma è già diventato un ricordo prezioso di vita. Dopo l'esordio assoluto in campo nel 2019 - il primo 2003 d'Italia tra i professionisti -, un altro battesimo del fuoco.

Rapido, fisicamente cresciuto, diventato uno degli assi nella manica dell'allenatore nel finale di stagione, insieme agli altri come lui cresciuti nel settore giovanile olbiese come Occhioni, Secci, Demarcus. I tifosi scommettono su di lui per il futuro, lui non nasconde ambizioni e autocritiche, oltre a un'incredibile maturità (non solo calcistica).

Il primo gol tra i professionisti nell’ultima partita dell’anno al “Nespoli”.

«Mi ci è voluto un po’ per realizzarlo. E poi ho segnato di destro, io sono mancino, anche per questo è stata una bella soddisfazione. Sì, sono contentissimo… ma se avessi fatto il gol del 4-3 sarebbe stato meglio (ride)».

Quantomeno ha tenuto viva la fiamma della speranza sino al triplice fischio. Dispiace per la mancata vittoria?

«Sì, peccato, sarebbe stato il finale perfetto. Poi, certo, comunque mancava l’ultima giornata col Grosseto, però ai playoff ci credevamo. Col Novara è stata una partita rocambolesca, ci abbiamo provato fino alla fine. Non abbiamo niente da rimproverarci. Dopo un finale così, dove siamo passati velocemente dalla zona playout alla speranza per i playoff, tutti ci credevamo. Anche per entrare nella storia dell’Olbia. Specialmente per me che sono olbiese avrebbe significato tanto. Ma anche per gli altri,ci tenevano tutti». Rispetto agli anni scorsi, stavolta hai avuto modo di vivere decisamente di più la stagione in prima squadra. Che Olbia hai visto?

«Siamo sempre stati uniti come gruppo, anche quando andava male il mister ci ha sempre incitato e detto di lavorare allo stesso modo perché i risultati sarebbero arrivati, e così è stato. Poi non ci sono piccoli gruppi, noi più giovani non stiamo solo tra di noi. Sul campionato, se fossimo partiti con questo piglio dall’inizio avremmo fatto un bel percorso arrivando anche a lottare, secondo me, per la Serie B».

11 presenze, 1 gol, mi racconta che stagione è stata?

«Dopo la prima di campionato ho saltato tutto il girone d’andata per un infortunio che si è complicato, poi ho sempre cercato di dare il massimo. Qualche volta ho anche sbagliato ma sempre cercando di fare il più possibile. Ancora ho molto da dimostrare. E, soprattutto, ora non devo focalizzarmi su questo gol».

Pensa già alla prossima annata?

«Sì ci sto già pensando. Però ora mi concentrerò sullo studio, sono in quarta superiore, allo scientifico, devo finire l’anno. E poi voglio prendere la patente. A maggio compio 18 anni ma sto già studiando per dare gli esami subito. Avere l’auto significa avere più libertà e indipendenza, anche per andare agli allenamenti non dovrò scomodare più i miei».

Primo piano
La storia 

Il racconto di una commessa: «Pagata solo 3,50 euro l’ora per lavorare nei festivi»

Video

Rissa furibonda fuori da un locale a Sassari, le impressionanti immagini della notte di follia

Le nostre iniziative