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Antonio Langella: «Dirigenti seri, la Torres può sognare la Serie B»

Roberto Muretto
Antonio Langella: «Dirigenti seri, la Torres può sognare la Serie B»

L'ex calciatore vede un futuro roseo per il club rossoblù «Questo sarà un anno di transizione, poi si punterà in alto»

31 agosto 2022
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Porto Torres Per tutti è RombodiSorso. Etichetta che Antonio Langella si è guadagnato a Cagliari per la sua irruenza e per il tiro al fulmicotone, simile (ma non uguale) a quello di Gigi Riva. Sangue napoletano, cresciuto a Sorso, ha indossato le maglie di Torres e Cagliari, oltre a quelle di Chievo, Atalanta, Udinese e Bari. Adesso è diventato istruttore di scuola calcio, lavoro che svolge a Porto Torres nella società che fa parte dell’Academy del Cagliari. Ha girato l’Italia per inseguire il pallone ma la Sardegna è dentro il suo cuore da sempre. In questa intervista, tra aneddotti e ricordi, parla a ruota libera del prossimo campionato di serie C e della felicità che ha provato quando ha saputo del ripescaggio della Torres in Lega Pro.

«Non posso negare di aver avuto i brividi quando l’ho saputo – ammette candidamente –. Sono Felice per la città e per gli amici con cui ho giocato che fanno parte della dirigenza e dello staff tecnico. C’è un progetto serio, dirigenti appassionati di calcio e legati a Sassari. Le basi per pensare in grande, naturalmente passo dopo passo».

Torres in C, che cosa le fa tornare in mente?

«L'arrivo ad Alghero dopo vittoria del campionato di C2. Tutta quella gente, la fila lunghissima di macchine che all’una di notte ci ha scortato dall’aeroporto fino a Sassari. Ricordo che con tutta la squadra siamo andati in discoteca a Ossi per festeggiare. Se ho fatto casino? Tanto, per me quello è stato il primo campionato vinto».

Lei ha giocato a Sassari e Cagliari, la Torres che posto ha nel suo cuore?

«Importante. Ho trascorso a Sassari due anni e mezzo bellissimi, ricchi di soddisfazioni. Devo solo ringraziare la società, perchè se ho avuto la fortuna di approdare in serie A lo devo alla Torres. In quel periodo giocavo insieme a degli amici più che compagni di squadra: Rusani, Lungheu, Tore Pinna, Udassi. Noi la seconda stagione potevamo andare in B se ad Ascoli non avessimo avuto una sfortuna esagerata. Li avessimo disputati, sono certo che la promozione non ci sarebbe sfuggita perchè stavamo benissimo fisicamente e mentalmente».

Ora Stefano Udassi è il presidente della Torres.

«Se lo merita. Lui è torresino dentro, attaccato ai colori, ha avuto il giusto riconoscimento. È persona seria, con la quale ho giocato insieme per nove anni. Un grande rompiscatole, qualche volta abbiamo litigato. Ho sette anni di meno di lui. Io ero ragazzino, lui voleva sempre il mille per mille sia in partita che negli allenamenti. E guai se ridevamo, non lo sopportava».

Ricorda un episodio particolare che vi riguarda?

«Stefano non era il tipo che usciva la sera, era riservato. Eravamo in ritiro con la Torres in Trentino e condividevamo la camera. L'ultimo giorno siamo usciti di nascosto per andare a ballare. Lui è venuto e già questa era una notizia clamorosa. Tornati in albergo lo sentivo ridere da solo. Aveva bevuto qualche birra in più in discoteca. Ma è stata l’unica volta che l’ho visto esagerare un pochino».

Tore Pinna e Alessandro Frau sono nello staff tecnico, vi siete sentiti?

«Lo facciamo spesso. Felice che li abbiano coinvolti, sono altri due torresini doc. Tore è stato, secondo me, il portiere più forte che la Torres abbia mai avuto».

Quale sarà il ruolo dei rossoblù nel prossimo torneo?

«Lo scopriremo strada facendo. Dirlo adesso non avrebbe senso. Credo che l’obiettivo numero uno sia mantenere la categoria. Qualche acquisto importante lo hanno fatto. Sarà un anno per imparare, il prossimo punteranno a stare in alto. So che la dirigenza si è posta un obiettivo ambizioso: portare la Torres dove non è mai stata, cioè in serie B».

L’Olbia può ancora puntare ai playoff?

«Vorranno fare meglio dell’anno scorso e la squadra mi sembra attrezzata».

Lei andrà al Vanni Sanna a vedere le partite?

«Ho sempre evitato. Lo stupido che si comporta male perchè ho giocato a Cagliari c’è sempre. Le guarderò sulla piattaforma».

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