Sotgia si sbilancia: «Tocco ferro e dico che il Cagliari è la mia favorita per la promozione»
Il centrocampista di Oschiri, promosso nel 2011 col Venezia, tifa per la squadra rossoblù
Oschiri Col Venezia, avversario del Cagliari nel preliminare dei playoff, ha centrato la promozione in serie A nella stagione 2000-2001. Mariano Sotgia (compirà 54 anni ad agosto) in Laguna ha lasciato un pezzettino del suo cuore, che adesso batte per la squadra rossoblù. Ha fatto l’allenatore tra i dilettanti per qualche anno, poi ha deciso di lasciare («ho visto cose che non mi piacciono») e dedicarsi a curare le vigne di famiglia. «Perchè sto bene a contatto con la natura e mi piace stare all’aria aperta».
Nei playoff quanto conta il fattore campo?
«Per come sono strutturati adesso, tantissimo. Il Cagliari ha fatto più punti del Venezia e non per caso. In gara unica le sorprese sono possibili ma mi auguro non sia questo il caso» .
La squadra rossoblù ha fattio una lunga rincorsa, può incidere negativamente o è un fattore positivo?
«La squadra di Ranieri viene da una striscia positiva e questo sul piano del morale ha un peso specifico. Non ha mai abbassato guardia, la voglia di tornare in serie A è tanta e questo può fare la differenza. Ho visto una squadra concentrata, determinata».
Il Venezia è andato in A qualche anno fa vincendo gli spareggi.
«Sì ma adesso è un’altra storia. Diciamo che c’è l’entusiasmo di chi si è qualificato ai playoff all’ultimo respiro e questo rappresenta una spinta notevole. La formula attuale dei playoff non mi piace, però devo riconoscere che ai miei tempi nelle ultime giornate si verificano risultati strani, inattesi. Gli spareggi sono stati un deterrente per evitare queste cose».
Il Cagliari è favorito?
«Senza dubbio e lo dico toccando ferro. Se andiamo a vedere gli organici, non c’è paragone. Io ad inizio stagione ero convinto che i rossoblù sarebbero stati promossi direttamente. Giocatori del calibro Pavoletti, Rog, Nandez e Lapadula, sono lussi per la categoria».
Lapadula e Pohjanpalo, 21 e 19 gol, saranno loro gli uomini decisivi?
«Hanno i mezzi per esserlo. Quando giocavo io in serie A ci andavano le squadre che avevano bomber da 15-20 gol. Lapadula è un big della serie B, Pohjanpaolo una sorpresa. Nessuno lo conosceva, invece se il Venezia fa i playoff molto del merito è suo. Ha segnato a raffica».
Mentre Ranieri è il valore aggiunto del Cagliari?
«Lo è sicuramente. Carattere, esperienza, curriculum, gestione dello spogliatoio. In tutto questo è un maestro. Una persona umile, concreta, capace di far sentire tutti i giocatori coinvolti. Ha sempre parole positive, anche per chi gioca meno. Normale che poi i calciatori in campo diano qualcosa in più».
Una partita secca come si prepara e come si affronta?
«È un discorso soggettivo e dipende dal carattere. Io, per esempio, sono sempre stato tranquillo, non sentivo troppo la tensione. Ho avuto, invece, dei compagni che non dormivano e altri che già qualche giorno prima gli si chiudeva lo stomaco per la tensione.
Che cosa è meglio?
«Essere sereni, perchè la troppa tensione rischia di giocare brutti scherzi».
La retrocessione dell’ anno scorso proprio a Venezia, può esserci un risvolto di carattere psicologico?
«Non credo e mi auguro di no. Quella è stata una partita assurda, un brutto ricordo. Io sono tifoso del Cagliari e quella gara l'ho vista con gli amici. Non essersi salvati è stato un sacrilegio. Quella squadra aveva non solo l’atteggiamento ma anche la mentalità sbagliata. Adesso stiamo parlando di un’altra storia. I tifosi aiuteranno la squadra, che a sua volta dovrà scendere in campo dimentica ndo il passato».