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L’oro agli Europei

Intervista a Filippo Tortu: «Bandiere sarde e Mattarella, che bello vincere così»

di Andrea Sini
Intervista a Filippo Tortu: «Bandiere sarde e Mattarella, che bello vincere così»

Filippo Tortu racconta il trionfo dell’Olimpico con la 4x100

13 giugno 2024
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Sassari «Ho tantissima confusione nella testa, ma tra i mille flash che mi vengono in mente di queste ultime ventiquattr’ore ci sono la cordialità del presidente Mattarella e la marea di bandiere della Sardegna che ho visto sugli spalti dell’Olimpico». Filippo Tortu dall’Olimpico di Roma è uscito con due medaglie al collo: una d’argento, che considera amarissima, e una d’oro, che vale il titolo continentale della 4x100. Per lui e per la staffetta azzurra i Campionati europei sono finiti alla grande.

Come sono andati i festeggiamenti?

«Non ci sono proprio stati. Abbiamo festeggiato in pista, certo, ed è stato bellissimo. Ma la gara era tardi e alla fine, dopo le interviste e l’antidoping, sono arrivato in albergo alle 3 e mezza».

Neanche un brindisi?

«Neanche mezzo. Non ho neppure cenato».

Poi sveglia presto e subito al Quirinale. In questi giorni ha visto più il presidente Mattarella che i suoi familiari...

«Incontrarlo è stato molto emozionante, in ognuna delle circostanze che sono capitate. Con la sua presenza alle nostre gare ha onorato e fatto un regalo enorme a noi atleti e a tutto il movimento. Così come la presenza dei ministri Abodi e Giorgetti, di La Russa, di Malagò. Abbiamo sentito davvero vicini i rappresentanti delle più alte cariche dello Stato e dello sport. E stamattina (ieri, ndr) l’incontro ufficiale al Quirinale per la consegna della bandiera agli atleti che andranno a Parigi è servita anche per archiviare questo Europeo. Da ora in poi si resetta tutto: testa alle Olimpiadi».

Cosa vi siete detti con Mattarella mercoledì notte dopo il trionfo?

«Credo parole di circostanza, non ricordo bene. Quegli attimi sono stati delirio puro, avevo la testa piena e non rendevo davvero conto di quello che succede attorno. È stato davvero bello».

Non tutte le giornate di questa settimana romana sono state belle, per lei.

«Ho vissuto un po’ di giorni in altalena. Mi era già capitato alle Olimpiadi di Tokyo ma ora è diverso. Stavolta ero giù e sono ancora giù per un argento europeo nei 200 metri che comunque è un grande risultato. Credo che sia giusto volere sempre il massimo, avere fame. Figuriamoci poi se posso mandare giù un secondo posto dopo una semifinale come quella che ho corso».

Quella semifinale, staffette a parte, è forse la sua migliore gara degli ultimi anni. È d’accordo?

«È stata una bella gara, e questo mi fa arrabbiare ancora di più, visto come ho corso la finale». Suo padre Salvino, che la allena e la segue passo dopo passo, ha detto che nella finale dei 200 ha tirato un rigore e ha colpito il palo... «Direi che ha trovato una bella similitudine, sono abbastanza d’accordo».

Come è riuscito a metabolizzare la delusione in vista della staffetta?

«Sono stato con gli amici e con i miei familiari, che mi hanno seguito a Roma, ho parlato con papà. E soprattutto sono stato con i ragazzi della staffetta. Questa per me è da sempre la migliore ricetta».

Parliamo di questo trionfo.

«Bellissima gara, corsa benissimo da tutti, per me un po’ particolare per il fatto che sono partito già con un buon margine sugli altri. Ma eravamo concentratissimi, ci siamo isolati, avevamo la tensione giusta e volevamo a tutti i costi questo oro. È stato bellissimo».

Il testimone le è stato consegnato dall’oristanese Lorenzo Patta. Che è passato dalla prima alla terza frazione, ma resta una certezza.

«Lorenzo è una garanzia, un atleta di altissimo livello. Molti lo associano solo alla staffetta, perché in effetti ha contribuito a ottenere con noi grandi risultati, ma è un campione anche a livello individuale. E soprattutto è una grande persona, c’è tra noi un legame di amicizia e di affetto che va oltre la pista. Per questo è sempre bello averlo in squadra».

Tra i messaggi che ha ricevuto quali le hanno fatto più piacere?

«Sono passate quasi 24 ore dalla gara è ho iniziato solo 10 minuti fa a leggerli. Mi fanno tutti piacere, quelli dei familiari, degli amici. E dei grandi sportivi, perché essere apprezzato dai campioni degli altri sport mi dà molto orgoglio: Chiellini mi ha scritto in un momento difficile, dopo i 200. Sinner è venuto a trovarmi la mattina della finale, mi ha scritto Ganna e tanti altri che scoprirò piano piano. Sono felice ma resto concentrato. Le Olimpiadi sono dietro l’angolo».

A proposito, quest’estate dovrà rinunciare a venire in Sardegna.

«Giammai. Ci sono venuto per qualche giorno di scarico proprio prima di questi europei, e proverò a ripassarci prima di Parigi. Ma nel frattempo ho ancora negli occhi tutte le bandiere della Sardegna che ho visto all’Olimpico. È stato bellissimo vedere tanti sardi fare il tifo e li ringrazio per il sostegno».

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