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Davide Nicola «Io tecnico dei miracoli? No, mi piace creare entusiasmo»

Davide Nicola «Io tecnico dei miracoli? No, mi piace creare entusiasmo»

Parla il nuovo allenatore del Cagliari: «Sono già in full immersion»

09 luglio 2024
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Cagliari Il Cagliari è stato sempre un obbiettivo per Davide Nicola. Il tecnico lo ha confessato ieri nella prima conferenza stampa da allenatore dei rossoblù. «Entro nella vostra storia in punta di piedi – ha detto – una storia importante che mi ha sempre portato a pensare di voler venire qui. Un desiderio latente che si è trasformato in realtà. E quando riesci a realizzare un sogno la gioia che provi è davvero enorme».

Come sarà il suo Cagliari? Nicola segue una traccia precisa al di là di formule, moduli e giocatori in campo. «Sono già in full immersion in questa avventura. Voglio entrare presto nel tessuto del gruppo, creare sinergia di intenti. Per me è importante che la squadra svolga un gioco aggressivo e dinamico. È quello che mi piace per rappresentare quel popolo che è dietro di noi». A proposito dei tifosi non risparmia le lodi. «Intanto devo ringraziare per l’accoglienza di domenica sera all’aeroporto. Non me l’aspettavo e devo dire che mi ha fatto capire più di ogni altra cosa che legame c’è fra la gente e il Cagliari, che cosa rappresenta sotto il profilo identitario». Parla e quasi sembra prendere il testimone da Claudio Ranieri che sulla spinta dei tifosi ha costruito un rapporto eccezionale con il gruppo rossoblù. «Per raggiungere gli obbiettivi che ci prefiggiamo abbiamo bisogno dei tifosi, del loro supporto. Noi vogliamo ottenere delle cose importanti ma solo con il loro aiuto possiamo riuscire meglio nell’impresa». Con la maggior parte dei giocatori attualmente in rosa, a parte il neo arrivato Luperto, Nicola non ci ha mai lavorato. Per questo tende a rinviare le domande relative ai rinforzi o alle eventuali cessioni.

«Inizio gli allenamenti e quindi a conoscere i giocatori. A parte Scuffet, non ne ho allenato manco uno. Non faccio proclami inutili, a me interessa lavorare. La società sa che ci sono buchi in organico. Da qui in poi faremo le valutazioni ed avremo di certo le idee chiare». Tecnico definito “dei miracoli”, visto che ha ottenuto salvezze impensabili come le ultime alla guida di Salernitana ed Empoli, preferisce evitare le etichette. «No, non parliamo di miracoli, non siate blasfemi. Io credo molto nel lavoro e nella sinergia che si crea nel gruppo e con i tifosi per raggiungere gli obbiettivi. Per il resto serve entusiasmo, sempre. Entusiasmo per le cose che fai, quello è un dono di Dio». A proposito di obbiettivi, la società punta a consolidare la propria posizione in Serie A e la scelta di prendere Nicola nasce anche dalla speranza che anche il tecnico faccia un salto di qualità rispetto alle salvezze, pur incredibili, raggiunte sinora. “Sono obbiettivi importanti e non facili quelli che ci stiamo prefiggendo. Ma sicuramente, il punto di partenza è conservare la Serie A, raggiungere la salvezza prima possibile. Poi si può puntare ad altre cose, ma il bene primario da mantenere è proprio quello. Perché è giusto rivolgere gli occhi verso il cielo, ma anche mantenere sempre i piedi per terra».

Per finire, uno sguardo al calendario. Il Cagliari giocherà ben 4 delle prime partite di campionato in casa. Un avvio bizzarro che potrebbe anche dare una prima spinta importante ai rossoblù. «Giocare in casa è sempre motivo di orgoglio, aiuta e dà forza – puntualizza Davide Nicola –. Ma per quello che penso io è importante avere una precisa identità di squadra, avere un rendimento qualitativamente alto sia in casa che trasferta. Quando la squadra raggiungerà questo obbiettivo con lo stesso gioco sia in casa che fuori avremo fatto un bel passo avanti».

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