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L’intervista

Antonella Porcu: insegnante-maratoneta porta la Sardegna a Sidney

di Massimo Sechi
Antonella Porcu: insegnante-maratoneta porta la Sardegna a Sidney

Sassarese, 52 anni, docente al Liceo Spano: ha iniziato a correre 13 anni fa e in Australia ha completato la sua 21esima gara

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Sidney Domenica scorsa, a Sidney, ha completato la sua 21ª maratona. Può vantare di avere conquistato la “stella” in tutte le corse del circuito “6 Star”: Berlino, Londra, Tokyo, Boston, Chicago e New York. Proprio Sidney sarebbe la 7ª, perché la competizione australiana a breve verrà inserita nell’esclusivo circuito mondiale. Antonella Porcu, 52 anni a ottobre, è insegnante di inglese al Liceo Spano di Sassari. A 40 anni è iniziato il suo amore incondizionato per la corsa.

Passione nata per caso «A Sidney ero l’unica rappresentante della Sardegna e partecipavo al campionato mondiale per categoria di età, gli Abbott Age group World Championship. Sono arrivata 44ª su 638 della mia categoria. Per poter partecipare ho dovuto realizzare un tempo minimo nel 2023 e, sempre lo scorso anno, bisognava completare almeno due maratone: io ho corso a Tokyo e a Roma. A Sidney mi sono voluta godere il percorso senza dare troppo peso al dato cronometrico, ho chiuso in 3h21”». La domanda che viene spontaneo fare è come accade che a 40 anni si decida di mettere la corsa, se non al centro, comunque in una posizione molto importante della propria vita. «È successo quasi per caso, ero a New York in viaggio con la famiglia e ho visto molta gente correre al Central Park. Ho detto “il prossimo anno voglio correre la maratona di New York”. E così ho iniziato ad allenarmi insieme a mia cognata ed effettivamente l’anno dopo ero in gara in una delle corse più importanti e affascinanti del mondo.

Il terrore a Boston Da quel momento è stato un crescendo e non mi sono più fermata. Non mi ha fermato neanche l’attentato a Boston nel 2013. Quel giorno ho partecipato e quando sono scoppiate le bombe io avevo già concluso la maratona da 12 minuti. Siamo stati fatti evacuare da un locale. Per la verità per un anno non ho corso, ma poi ho deciso di ritornare proprio a Boston e per qualificarmi ho “dovuto” correre a New York». Il suo record personale è di 3h11’ (Berlino 2019). «Avrei voluto tentare di scendere sotto le 3 ore, ma adesso con l’età che avanza è più difficile. Avevo come obiettivo conquistare le 6 stelle e ci sono riuscita, ora ho anche la settima, ma sto già pensando ai mondiali di categoria del 2025, si correranno a New York. A Sidney ho raggiunto il minimo per partecipare e quindi se tutto va bene sarò di nuovo al via».

Il piacere di allenarsi Per un’attività così intensa è necessario un allenamento costante che però, dalle parole di Antonella Porcu, sembra più un piacere di cui è difficile privarsi anche per un solo giorno. «Io corro ogni mattina all’alba e il minimo sindacale sono 10 chilometri. È quasi una dipendenza, quando lo faccio poi nel resto della giornata mi sento meglio e riesco a fare tutto con un approccio migliore. Se invece mi fermo anche un solo giorno mi sento stanca. La corsa mi ha insegnato ad apprezzare la resilienza, la solitudine, è un momento nel quale mi sento realmente libera e programmo tutto quello che devo fare, anche come impostare le lezioni a scuola».

Conciliare col lavoro Ecco, la scuola. Come vivono i suoi studenti la sua passione? «Sono entusiasti, mi fanno mille domande, vogliono vedere le medaglie e mi chiedono se ho vinto. Devo spiegare loro che anche riuscire a completare una maratona non è scontato ed è una vittoria. Per conciliare la corsa con l’insegnamento cerco di fare tutto entro il fine settimana e di perdere al massimo un giorno per volta. E poi, visto che insegno inglese, anche grazie alle maratone ho la possibilità di fare una sorta di formazione continua nei Paesi di lingua anglosassone».

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