Addio a Roberto Centi, uno dei padri della Dinamo
Muore a 81 anni uno dei dieci fondatori. Erano tutti studenti del Liceo Azuni di Sassari coloro che nel 1960 crearono la società poi divenuta campione d’Italia
Sassari La Dinamo Banco di Sardegna e il mondo del basket piangono la scomparsa di Roberto Centi, uno dei dieci fondatori del club avvenuta nel 1960. Centi, 81 anni, era nel nucleo degli studenti del liceo Azuni di Sassari che crearono il club, che a distanza di qualche decennio sarebbe arrivato a vincere scudetto e coppa europea. Gli altri erano Pietro Barracani, Rosario Cecaro, Graziano Bertrand, Antonio Manca, Giovanni Pilo, Bruno Sartori, Antonio Lavosi, Francesco Soccolini e Salvatore Virdis.
E' stato anche giocatore della Dinamo e ha vestito la maglia della prima squadra agli albori del club, nel campionato regionale 1962-63. Centi e gli altri giovani sassaresi studenti del Liceo Azuni di Sassari, spinti dal professor Fadda, insegnante di educazione fisica che nei sotterranei della scuola insegnava i fondamentali della pallacanestro, incominciavano a darsi appuntamento nei campetti della scuola di San Giuseppe per giocare a pallacanestro.
Sul campetto di via Enrico Costa nacque progressivamente l’idea di dare vita a una squadra e la fondazione avvenne il 23 aprile 1960, con Giovanni Pilo primo presidente. Per la scelta del nome il gruppo volle discostarsi da nomi tradizionali delle società già esistenti in città come ad esempio Libertas, direttamente riconducibile a movimenti a trazione politica cattolica, in modo da preservare un animo laico. I fondatori provarono ad ispirarsi alle realtà cestistiche già esistenti e si pensò a Virtus, ma per mantenere un diretto legame con il liceo classico alla quale facevano tutti parte, decisero di tradurlo nel greco Dinamis.
Tuttavia, l'avvenuta difficoltà nel recuperare lettere greche per la creazione delle maglie, decisero di tradurlo ulteriormente in Dinamo. Paradossalmente, tale scelta riscontrò una certa avversione nella comunità sassarese in quanto il nome era spesso utilizzato da società dell'Est Europa, territori allora sotto l'egemonia comunista e iniziò a diffondersi l'idea che la squadra si ispirasse e fosse vicina a tale ideale.
Tra i vari inconvenienti, capitò che altre squadre appartenenti alle varie parrocchie cattoliche davano forfait pur di non giocare contro una squadra considerata comunista. All'inizio diversi esponenti consigliarono ai membri del club di cambiare il nome considerato scomodo, ma questi ultimi la presero come sfida e pur portando avanti la laicità decisero si mantenere e difendere tale nome.
Contestualmente alle partite di pallacanestro, gli stessi ragazzi fondatori giocavano anche a pallavolo nei campionati CSI, pertanto scelsero di adottare come nome societario Polisportiva Dinamo, nome che tuttora resiste anche oggi pur di fatto essendo un club solamente cestistico.