Tommaso Giulini: «Cagliari merita uno stadio nuovo»
Il presidente della società rossoblù ha parlato a Radio Serie A: «Il momento più brutto la retrocessione a Venezia, quello più bello la prima promozione in A con il go di marco Sau»
Cagliari Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, i ha parlato a Radio Serie A, aprendo un libro dai contenuti interessanti. Ecco un sunto delle dichiarazioni. «Prima di acquistare il Cagliari feci una chiacchierata con Gigi Riva. Parlammo dello scudetto e dell’importanza del Cagliari per la Sardegna. L'avvocato Mariano Delogu, molto amico della nostra famiglia, mi spinse a fare
la trattativa che andò a buon fine».
Giulini ha poi parlato dei primi tempi a Cagliari. «Uno dei miei figli è nato qui. la mia famiglia ha deciso di vivere a Milano e un po' ci manca vivere la città costantemente. Fare accettare ai tifosi uno stile diverso rispetto alla precedente gestione non è stato semplice». Sul momento più negativo della sua gestione non ha dubbi: «La retrocessione a Venezia. Una partita contro una squadra già retrocessa che forse con meno problemi nello spogliatoio dovevamo vincere».
Ma anche le gioie: «La vittoria del campionato di Serie B nella prima promozione con un gol meraviglioso di un sardo come Marco Sau. Gli altri due momenti negli ultimi due anni: la vittoria a Bari, non eravamo favoriti in quei playoff. Un bel momento è stato quello dell’anno scorso con la salvezza contro il Sassuolo e in cui mister Ranieri fu fondamentale. Nelle ultime partite mi disse che non ce la faceva più a fare avanti e indietro e che sperava di chiudere la sua carriera con la salvezza. Una confidenza che fece solo a me, voleva smettere di allenare un club, salvo poi andare alla Roma. Decisione comprensibile».
Infine il nuovo stadio. Una telenovela che ancora si trascina. «Dalla precedente gestione abbiamo ereditato un Sant’Elia aperto per 5000 persone: abbiamo cercato di riaprirlo a una capienza più grande subito, per poi fare uno stadio temporaneo che ci invidiano tutti. Il progetto del nuovo stadio è in gran parte pubblico, ora è tornata l’amministrazione di Zedda e spero anche anche in Regione si possa dare la priorità alla questione stadi. abbiamo scelto una via ibrida, pubblico-privato previsto nella prima legge sugli stadi. Un percorso che prevede tanti step, di cui l’ultimo step ci auguriamo nel 2025 sia l’assegnazione del bando con 50 milioni di contributo pubblico che andranno alla società di progetto e non al Cagliari Calcio: anzi mi auguro che il vincitore del bando non sia il Cagliari Calcio, perché non sono nel mondo dell’edilizia e perché la gente deve capire che questo contributo non va nelle tasche dell’imprenditore ma a chi avrà in concessione il progetto. I potenziali 15 milioni di ricavi attesi? Sono l’unico ritorno del progetto al Cagliari Calcio. La speranza e la necessità dello stadio nascono dal fatto che i tifosi meritano uno stadio tutto coperto».