La Nuova Sardegna

La vita di Lussu in un’intervista inedita

di Luca Urgu

Ritrovata nell’archivio dell’Istituto de Martino la registrazione di un dialogo del fondatore del Psd’Az con Gianni Bosio

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NUORO. Un documento straordinario che riemerge con la stessa voce del protagonista con una forza dirompente e attuale. Emilio Lussu si racconta in un’intervista, fino a oggi rimasta inedita, rilasciata allo storico Gianni Bosio l’8 maggio del 1969 e che viene oggi alla luce grazie al lavoro di due studiosi appassionati, Antonio Fanelli e Valerio Strinati.

Dialogo di un’ora. Il ritrovamento è avvenuto nella nastroteca dell’Istituto Ernesto de Martino di Firenze, che ha poi realizzato un numero monografico della rivista “Il de Martino” intitolato “La trincea e i pascoli. Il socialismo di Emilio Lussu” contenente anche una serie di commenti e analisi (a cura di Francesco Bachis, Giuseppe Caboni, Pietro Clemente, Paolo Mencarelli, Angelino Mereu, Jacopo Onnis, Gian Giacomo Ortu) e un’antologia di testi tra i quali il carteggio inedito di Emilio Lussu con Gianni Bosio ed altri esponenti delle “Edizioni Avanti!” delle quali lo stesso Bosio fu direttore. La rivista sarà accompagnata anche da un cd audio che riproduce l’intero dialogo. Il lavoro, realizzato grazie a un finanziamento del Ministero per i Beni e le attività Culturali, con la collaborazione di Publiacqua e dell’Acsit (Associazione culturale sardi in Toscana) di Firenze e il patrocinio del Circolo “Peppino Mereu” di Siena, della Fasi e della Regione, sarà presentato sabato a Firenze. In oltre un’ora di intervista, dalle parole di Emilio Lussu, che resta una delle figure più importanti dell’antifascismo in Italia, si evince tutta la passione per la politica e per il riscatto della sua terra. Un amore per la Sardegna che sta anche nelle piccole cose: «Nel mio paese l’aria è diversa» dice parlando di Armungia.

Temi fondamentali. Sollecitato dall’intervistatore, Lussu, nel corso del colloquio, ripercorre i temi fondamentali del suo itinerario politico e umano: l’infanzia nel paese di Armungia; il mondo dei pastori; la guerra e l’esperienza nella Brigata Sassari, prima matrice delle scelte politiche successive; il sardismo proletario, contadino e autonomista; l’antifascismo intransigente; la fondazione di “Giustizia e Libertà” e l’approdo al socialismo. Il tutto narrato attraverso il filtro dell’esperienza personale, tra storia e mito, sullo sfondo di una Sardegna in bilico tra passato e presente, tra la dissoluzione di una società agro-pastorale a base familiare e una modernità densa di contraddizioni e portatrice di nuovi conflitti. L’intervista documenta un rapporto intenso di collaborazione, scambi e proposte, e altri interventi, di varia natura, riconducibili, direttamente o indirettamente, alle questioni trattate nell’intervista e nelle lettere: dall’origine e natura del banditismo sardo al Piano di rinascita dell’isola e all’attuazione dell’autonomia, dal rapporto di amicizia con Antonio Gramsci alla Resistenza e all’antifascismo.

La Grande guerra. Un primo grande tema è senz’altro quello di Emilio Lussu nella Prima guerra mondiale. “Su babbu mannu”, così veniva chiamato in maniera affettuosa dalla truppa, ascolta i discorsi dei soldati e cerca sempre di salvarlo da ordini che ne farebbero carne da macello. «Io in guerra certi ordini non li eseguivo» si sente in una delle tracce audio. Un altro aspetto che si collega al primo è il racconto di una sorta di socialismo di guerra. Emilio Lussu racconta la creazione dei comitati di gestione della Brigata, che avevano il compito di esercitare una sorta di controllo morale sull’operato dei soldati. In quelle circostanze, così, Lussu esercitava già il suo ruolo di futuro leader politico e instillava nei contadini e nei pastori in armi una coscienza di popolo che li portava a credere di poter essere i protagonisti anche nel futuro della Sardegna e dell’Italia. E proprio qui infatti, dall’esperienza della Brigata Sassari che nasce il progetto del Partito sardo d’azione.

I pastori. Un altro aspetto importante è il dialogo sui pastori, nella conversazione con Bosio, Lussu si oppone alla visione folclorica di questo mondo e parla invece «dei pastori come classe dirigente, dei pastori come società patrizia». Ha una visione molto nobile, lo descrive come un mondo arcaico e per certi versi anche mitico. Per Lussu il mondo della montagna e delle zone interne è particolarmente complesso e lo spiega bene. E’ una realtà dove il marxismo non riesce a penetrare a fondo perché non è il mondo dei minatori e degli operai ma «una società fatta di uomini liberi – dice – piccoli proprietari di terre e greggi». Anche per questo Emilio Lussu non diventerà mai comunista, abbraccerà idee rivoluzionarie ma tenendo sempre a cuore una società di piccoli produttori e non di salariati.

Lussu e Gramsci. La registrazione regala altre perle, tra queste c’è il racconto che lui fa dell’amicizia con Antonio Gramsci, un rapporto di grande stima (entrambi sono eletti alla Camera nel 1924 in pieno fascismo). Dalle sue parole si evince anche una sorta di protezione verso Gramsci, al quale riconosce la grande intelligenza politica. Ancora da questo lavoro emerge anche un altro aspetto della vita di Lussu, attraverso i suoi discorsi e interventi: quello di senatore socialista prima e del Psiup dopo. In questa veste si spende negli anni Cinquanta per evitare che contro il banditismo vengano promulgate delle leggi speciali.

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