La Nuova Sardegna

Il sogno di Bluem, l’album di esordio fa il pieno su Spotify

di Enrico Carta
Il sogno di Bluem, l’album di esordio fa il pieno su Spotify

“Notte”, della cantautrice e produttrice oristanese, esce dopodomani ma in streaming è già un successo

26 maggio 2021
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ORISTANO. Nasce tutto in una settimana di gennaio dell’anno scorso. Nasce di sera, a Londra. Alla fine il nome è quasi obbligato: “Notte” è l’album di esordio della cantautrice e produttrice oristanese Chiara Floris, nome d’arte Bluem. Uscirà venerdì, ma intanto alcuni suoi brani hanno già spaccato e fatto il pieno su Spotify, dove ha superato in pochissime settimane i 300mila ascolti. È il termometro del gradimento delle sette canzoni che compongono il lavoro, ma non è l’unico perché tra radio private locali e radio private nazionali, la sua voce e le sue musiche hanno già catturato orecchie e attenzioni inattese per chi si è appena affacciato nel mondo della musica.

Radio Deejay nelle ultime settimane ha passato in più fasce orarie “Martedì”, scovata inaspettatamente e senza alcuna intermediazione proprio da chi in radio lavora. Il primo pezzo a irrompere sulla scena era stato però “Lunedì” e da qui si capisce che quella settimana del gennaio di un anno fa ha prodotto un brano al giorno e col titolo facilmente prevedibile. «Ho seguito i giorni della settimana, dando a ogni brano come titolo il giorno in cui l’avevo composto e scritto», spiega Chiara Floris il cui nome da artista è un omaggio alla versione Blue Moon di Billy Holiday. Tra i suoni dell’album si catturano infatti anche accordi che vengono dall’R&B e da quel jazz studiato alla London College of Contemporary Music di Londra, per tutti LCCM.

L’albume però nasce lontano da Londra, che rimane comunque un momento influente della storia musicale della cantautrice 25enne. La musica di Bluem poggia le sue radici nella terra di Sardegna e nasce prima con la fotografia che ha anticipato le note. «Lo spunto è un lavoro fotografico fatto tra il monte Arcuentu e le dune di Piscinas ad Arbus e la campagna di Oristano dalla fotografa finlandese Jasmine Farling, con cui a lungo ho condiviso anche il lavoro a The Photographer Gallery a Soho – spiega –. A Londra, dove ancora oggi vivo, avevo disegnato quei paesaggi che conoscevo bene e avevo perfettamente impressi, poi siamo andati a fare gli scatti in Sardegna. Nei brani ho associato proprio quelle immagini alla musica. Del resto nella mia camera avevo sempre delle foto della mia terra che per me erano come cimeli. C’erano cartoline di donne in costume sardo e piccoli ricordi di vecchie Sartiglie, poi è arrivata quella settimana di ferie in gennaio e mi sono messa al lavoro. Di sera mi occupavo del cuore delle canzoni ed è per questo che poi all’album è stato dato il nome di Notte. Di giorno mi sono impegnata nella produzione, insomma non dormivo», ci ride su.

Ha così impostato un brano al giorno e poi, con la collaborazione dell’amico bolognese Simone D’Avenia, ha ultimato l’album. La produzione si è conclusa ad aprile 2020 e da quel momento si è andati a caccia di un’etichetta che potesse accogliere il lavoro. È stata trovata in Peermusic Italy, poi il resto è venuto con calma. «La musica era il prolungamento naturale dei miei studi, per cui mi è venuto spontaneo provare a comporre un album. Inizialmente l’ho fatto più per mettermi alla prova, però il pensiero di farlo uscire c’è sempre in qualsiasi artista. La condivisione resta la base per qualsiasi musicista. È stato un lavoro molto introspettivo, non troppo complesso dove però c’è molta armonia tra le voci e i suoni. Gli unici strumenti che uso sono la chitarra classica e alcuni sintetizzatori, il pianoforte normale e il pianoforte elettronico, la batteria elettronica e alcune percussioni».

Il frutto di quei semi piantati già quando era bambina e strimpellava o si appassionava a buttare un orecchio alla musica, un tesoro eterogeneo in cui è sempre stata immersa, che comprende i grandi cantautori e le band che hanno fatto la storia della musica suonate dai vinili del padre Ignazio o artisti sconosciuti da lui scoperti duranti i suoi viaggi in Sudamerica e Africa, senza dimenticare le passioni di Bluem per il rock, il jazz, l’indie e le magie sonore contemporanee di artisti come Summer Walker, Abra, Blood Orange, Tierra Whack, Tyler The Creator, SZA, Khruangbin, Angèle, 070 Shake. Sono semi che hanno fatto crescere l’albero su cui poggia le radici “Notte” e oggi danno vita a «un sound arcaico e lunare, scarno ma potente ed evocativo. Un universo creativo immerso in un’oscurità avvolgente, con lo sguardo volto alla Sardegna, quella più ancestrale e pura. Un progetto fieramente originale e ricco di spunti, capace di entrare sotto pelle fin dal primo momento».

Sullo sfondo si muovono due donne, perché il lavoro di Bluem è dedicato alle sue nonne. È più facile scoprirlo ascoltando le canzoni, cominciando da “Lunedì” «un brano che parla delle cose non dette, un inno ai rapporti che mancano di comunicazione, che girano all’infinito intorno a un’intesa che non basta a tenerli in piedi». E poi “Martedì” che invece «ci accompagna, passo per passo, nell’analisi di un trauma vissuto, in una riflessione che forse è anche la guarigione stessa. L’intro/ritornello è la registrazione originale del brano fatta dal telefono, solo chitarra e voce». E poi, via via, un giorno dietro l’altro sino a racchiudere in un insieme quella “Notte” che li unisce.

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