Cargeghe tra storia e natura, un’isola di tranquillità a pochi chilometri da Sassari
Situato nella regione storica del Logudoro a 335 metri sul livello del mare, Cargeghe piccolo paese alle porte di Sassari distante 13 chilometri, conta circa 600 abitanti. Dai documenti raccolti nell’Archivio storico del Comune, Cargeghe di origine medioevale, fu compreso nel Giudicato di Torres nell’XI secolo, apparteneva alla curatoria di Figulinas e quindi alla famiglia Malaspina. Dopo la fine del Giudicato venne da questa amministrato come uno stato autonomo. I Malaspina entrarono poi in conflitto con gli Aragonesi e vennero sconfitti, perciò nel 1353 fu infeudato a Giovanni Metge e in seguito, nel1361, a Berengario Fillol. Dopo la guerra tra Aragona e Arborea il villaggio fu concesso a Bernardo Centelles che lo cedette nel1425 a Serafino di Montanana e incorporato nella Baronia di Ploaghe. Nel 1500 passò prima ai Castelvì del ramo di Sassari e poi ai Cardona e alla fine del secolo ai Castelvì di Laconi. A metà del XVII secolo la peste barocca causò la perdita di gran parte dei suoi abitanti ma fu ripopolato. Nel 1821 fu incluso nella Provincia di Sassari e fu riscattato dal vincolo feudale agli Aymerich nel 1839. Il piccolo centro è ricco di bellezze storiche, architettoniche e naturalistiche. Tra i siti di interesse archeologico si trova la necropoli di Giorrè-S’Èlighe Entosu costituta da numerose Domus de Janas – nel territorio comunale se ne contano 22 – tra le quali spicca la tomba IV detta “delle spirali”, istoriata di elementi decorativi spiraliformi. Particolarmente suggestivi sono i ruderi di ben otto mulini idraulici ottocenteschi per la macinatura del grano. Le chiese del paese sono di epoche differenti. La parrocchiale, in stile tardogotico, dedicata ai martiri Quirico e Giulitta – al cui culto i cargeghesi sono particolarmente devoti e li celebrano il 15 di luglio – è stata costruita tra il XV e il XVI secolo. Col passare del tempo è stata soggetta a vari interventi, ma alcune cappelle hanno conservato la struttura originaria. Custodisce opere di inestimabile valore come la Sacra Famiglia del manierista fiorentino Baccio Gorino e una Madonna anch’essa di fine XVI secolo. La chiesa campestre di Santa Maria ‘e Contra è considerata la chiesa romanica più piccola della Sardegna, gioiello del XII secolo appartenuta ai camaldolesi. Realizzata in blocchi di calcare di media pezzatura, presenta una planimetria a una sola navata con l’abside orientata. La chiesa era compresa nella curatoria di Ploaghe ed era una dipendenza della basilica di Saccargia; il titolo “Sancte Mariae in Contra” è menzionato fra i possessi sardi di San Salvatore di Camaldoli a partire dal 1125. Di notevole interesse anche l’oratorio di Santa Croce del 1630 sede della confraternita oggi non più operante, conserva un retablo ligneo e un crocifisso usato in passato per il rito de S’Iscravamentu (deposizione di Cristo dalla croce) la funzione che si svolge nel giorno di venerdì, che si rifà alla devozione popolare, durante la Settimana Santa. Nei dintorni della chiesa di Santa Maria ‘e Contra nel 1977 vennero girate le scene in esterno del film dei fratelli Taviani “Padre Padrone”, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico scritto da Gavino Ledda, vincitore della palma d’oro alla 30° edizione del Festival di Cannes. Altra bellezza del paese è la casa parrocchiale, un grande edificio nobiliare seicentesco confinante con la parrocchia. Nella periferia occidentale del paese è ubicato invece il tortuoso sentiero lastricato di epoca romana (del 200 a.C.) di Sos Baiolos che conduce alla periferia del vicino paese di Ossi. Il territorio è un piccolo scrigno ambientale immerso nella macchia mediterranea, nei boschi di querce e lecci, punteggiato di alberi di noce, mandorli e meleti di cui anticamente era ricco, dove spiccano le falesie dell’altopiano calcareo di Giorrè, con la sua frequentata Via Ferrata principale attrazione turistica, dove in primavera nidificano falchi, poiane e aquile reali che dall’abitato è possibile scorgere in volo. In ambito culturale sono operanti La Biblioteca di Sardegna e L’Editoriale Documenta, enti che da anni ormai sono affermati a livello internazionale nella produzione libraria. La Biblioteca di Sardegna, prima struttura bibliotecaria interamente dedicata al patrimonio librario della Sardegna, vanta un patrimonio di circa 6000 volumi a tematica sarda, oppure scritti da autori sardi. Comprende anche una consistente raccolta di quotidiani e periodici isolani, un’ampia collezione audiovisiva e le partiture del compositore sardo Lao Silesu. La biblioteca è anche consultabile online. L’ubicazione geografica di Cargeghe risulta alla fine fortunata poiché non lontano dalla città, per poter usufruire dei suoi servizi agevolmente, ma allo stesso tempo appartata per chi cerca tranquillità e pace in un sito che ha mantenuto salde le sue radici di autentico borgo logudorese. L’azione politica dell’attuale Amministrazione comunale guidata da Antonio Ruiu è quella di dare al paese una vocazione turistico-ambientale e escursionistica, incentivando la nascita di tutte quelle attività di all’aperto, ricettive e nel contempo promuovere l’associazionismo dei cittadini. Alcuni risultati iniziano a prendere forma, come la nascita dell’associazione “Su Portale de s’Aineddu” che effettua escursioni sul territorio a dorso d’asinello, mentre altre sono in definizione come la creazione di un’associazione di protezione civile e della Pro Loco in grado di catalizzare le forze attive del paese.