La Nuova Sardegna

L'addio

Sandra Milo, l’ultima diva: libera e anticonformista

di Alessandro Pirina
Sandra Milo, l’ultima diva: libera e anticonformista

L’attrice è morta all’età di 90 anni: è stata la musa di Federico Fellini. Una lunga carriera tra cinema, televisione e grandi amori

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Diva di grandi film – come “8 e 1/2” di Federico Fellini che vinse due Oscar – e popolare personaggio della tv, Sandra Milo, con il suo fisico prorompente e l’autoironia, ha saputo interpretare sia ruoli comici, che drammatici, che patetici. E con i suoi 4 matrimoni, il grande amore per Fellini e la relazione con Bettino Craxi ha conquistato per lungo tempo le cronache rosa.

Famosa particolarmente nel cinema degli anni Sessanta, Sandra Milo ha recitato soprattutto in film d’autore. Ha esordito nel 1955 in “Lo scapolo” di Antonio Pietrangeli al fianco di Alberto Sordi, ma il primo ruolo importante è arrivato quattro anni più tardi con “Il generale Della Rovere” di Roberto Rossellini. È stata ancora diretta da Pietrangeli sia in “Adua e le compagne” (1960), che in “Fantasmi a Roma” (1961) e in “La visita” (1964). Ha vinto due volte il Nastro d’argento, nel 1964 per “8 e 1/2” (1963) e nel 1966 per “Giulietta degli spiriti” (1965), entrambi di Fellini. Per un periodo ha abbandonato le scene per dedicarsi alla famiglia.

Negli anni Ottanta è stata intensa la sua carriera di conduttrice televisiva, che le ha regalato popolarità grazie ai programmi “Mixer” e “Piccoli fans” su Rai 2. Negli anni Duemila è tornata a recitare in teatro e per il grande schermo: “Il cuore altrove” di Avati (2003); “Happy Family” di Salvatores (2010); “A casa tutti bene” di Muccino (2018). Nel 2020 ha ricevuto il Globo d’Oro alla carriera e nel 2021 il David alla carriera. Più di recente su Sky con “Quelle brave ragazze”, show on the road con Mara Maionchi, Orietta Berti e Marisa Laurito.


Nata come Elena Salvatrice Greco a Tunisi l’11 marzo 1933 da padre siciliano e madre toscana, trascorre l’infanzia a Vicopisano, in provincia di Pisa, per trasferirsi poi a Viareggio. Nel 1948, a 15 anni, sposa il marchese Cesare Rodighiero, da cui rimase incinta, ma il bambino morì alla nascita a causa del parto prematuro. Il matrimonio dura solo qualche mese (in seguito annullato dal Tribunale della Sacra Rota) ma quanto basta per avvicinarla a una élite molto ricercata. Nel 1955 decide di cominciare a recitare e prende parte al film di Petrangeli. Grazie alle sue forme e alla sua voce acuta, riesce a farsi largo nella commedia all’italiana. Ottiene visibilità con “La donna che venne dal mare” (1957) di Francesco De Robertis. Si misura poi con un ruolo drammatico interpretando l’appassionata e ingenua eroina di “Vanina Vanini” (1961), tratto dal racconto di Stendhal e diretto da Rossellini. Sandra Milo viene stroncata dalla critica che la definisce “canina canini”. La sua carriera sembra avere una battuta d’arresto, ma le cose cambieranno grazie all’incontro cruciale con Federico Fellini, che farà di lei una sua protetta, la sua amante e le darà il soprannome “Sandrocchia”.

«Dopo “Vanina Vanini” il mio compagno mi convinse a lasciare il cinema che mi dava solo delusioni e dolori. Scrivevo, scolpivo, finché un giorno non arrivò la telefonata dall’entourage di Fellini che mi voleva fare un provino per “8½” – aveva raccontato in una intervista alla Nuova – (...) Io non volevo fare più cinema e me ne andai a Ischia per non essere trovata. Ma Fellini insistette molto, e anche il produttore Rizzoli. Così tornai a Roma. La prima scena fu con Marcello Mastroianni che mi abbracciò e mi disse: “Bentornata a casa, questa è la tua famiglia”».

Verso la fine degli anni Sessanta lascia il cinema, sceglie la famiglia. Poi negli anni ’80 mantiene vivo il suo rapporto con il pubblico attraverso una serie di trasmissioni tv di successo. Aiutata dalla vicinanza con Craxi, conduce una rubrica all’interno di “Mixer” su Rai 2, all’epoca la rete socialista. Dal 1985 al 1989 conduce “Piccoli fans”.

«Sono sempre stata socialista dall’età di 12 anni – aveva detto ancora alla Nuova –. Bettino Craxi? Un uomo estremamente intelligente che amava molto il suo Paese». Sempre su Rai 2 conduce, nel 1989-90, “L'amore è una cosa meravigliosa”, che resta famoso per lo scherzo telefonico che la vide vittima: un anonimo informò in diretta la Milo che il figlio Ciro era ricoverato in ospedale in gravi condizioni dopo un incidente stradale. La presentatrice scappa dallo studio in preda alla disperazione. La notizia si rivela falsa, l’autrice della telefonata non viene mai individuata. La scena e l'urlo “Ciro, Ciro” diventano un tormentone di quegli anni. «Mi turba ancora – disse tre anni fa alla Nuova –. Mi colpì talmente tanto che ancora oggi mi fa male parlarne».

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