La Nuova Sardegna

L’intervista

Nada: «Sul palco come il primo giorno, il mio motto è guardare avanti»

di Alessandro Pirina
Nada: «Sul palco come il primo giorno, il mio motto è guardare avanti»

L’artista sabato a Lo Quarter di Alghero in duo con Andrea Mucciarelli: «Amo troppo la Sardegna. Il festival di Sanremo? Non ci penso proprio»

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Le interviste non sono la sua passione e non lo nasconde. Alle parole parlate ha sempre preferito quelle cantate. Questa volta però Nada fa una eccezione. «La faccio perché amo troppo la Sardegna». Sabato la cantante toscana accompagnata in Duo dalla chitarra di Andrea Mucciarelli sarà ad Alghero, a Lo Quarter, in occasione del Sant Miquel Festival 2024. Un concerto imperdibile in cui regalerà al pubblico i suoi grandi successi e quelli più recenti. Un ritorno nella città catalana dove vent’anni fa ricevette il Premio Alghero Donna per il libro “Le mie madri”.

Nada, la formula duo con Mucciarelli dura da anni. Il segreto del vostro sodalizio?

«Lui è un bravo chitarrista, fa quello che gli piace e forse io l’ho tirato su nella maniera giusta. E poi conta anche il rapporto umano. Sul palco è importante avere un feeling che si trasmette al pubblico».

Dopo decenni di successi è difficile fare la scaletta?

«È sempre complicato perché purtroppo un po’ di cose restano fuori. Altrimenti sarebbe un concerto di più di quattro ore: un po’ esagerato. Mi piace cambiare e quando hai un repertorio lungo anni viene naturale».

Quest’anno ha festeggiato 55 anni di carriera, ma a seguirla sono anche tanti giovani.

«Io non festeggio niente, faccio le cose sempre come fossero le prime. Non mi guardo mai indietro. Quello che faccio interessa alle generazioni di quando ero ragazza, ma non mi sono fermata a quel periodo. Sono sempre andata avanti ed è per questo che vengono ad ascoltarmi anche i più giovani. La mia è musica contemporanea».

Dal pop alla canzone d’autore la strada fu in salita. Pensò mai di tornare sui suoi passi?

«Io questi ragionamenti non li ho proprio nella mia testa. Conta quello che uno fa e quello che si sente mettendoci passione, voglia di fare. Non mi sono mai chiesta altro e continuo a non chiedermelo».

“Ma che freddo fa” e “Amore disperato” sono le sue hit. Qual è la sua canzone del cuore?

«Sono sempre le ultime perché hanno bisogno di essere ascoltate per farle conoscere. Mi rappresentano nel momento, sono quello che mi piace dire. Ovviamente senza rinnegare tutto le cose fatte negli anni».

“Il figlio del dolore” con Adriano Celentano. Che incontro fu?

«Lui si era innamorato della mia canzone, “Guardami negli occhi”. Ci conoscemmo. Fu una cosa bella di quel momento».

Archibugi, Luchetti, Mainetti, soprattutto Sorrentino. Le sue canzoni si rivelano perfette colonne sonore…

«Adoro il cinema come spettatrice di film, di serie e mi fa piacere che le mie canzoni siano inserite al loro interno. Spero sempre in film belli, anche se certe volte neanche lo vengo a sapere. Ma è evidente che ai registi piacciono».

Ogni anno si fa il suo nome tra i papabili di Sanremo. La vedremo all’Ariston?

«Lo so, lo scrivono, ma io non ci sto proprio pensando».

Ha 70 anni. Fra venti si vede ancora sul palco come Ornella Vanoni?

«Io mi vedo ancora sul palco tra cento anni».

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