Mirko Matteucci: «Un viaggio in dieci episodi in Sardegna, l’isola è magica»
In streaming su Raiplay l’ultima puntata alla scoperta del torrone di Tonara. Dall’11 gennaio il format sbarcherà anche in televisione
«La più grande lezione che ho imparato in Sardegna? Che bisogna avere pazienza per tutto. Per lavorare il sughero, per realizzare un coltello o intrecciare un cestino con l’asfodelo. Grazie a tutto questo, adesso quello con l’isola è un amore corrisposto. Accidenti, ora basta. Altrimenti mi commuovo un’altra volta...».
Il conduttore Mirko Matteucci si porta dietro dalla Sardegna una valigia piena di emozioni e di esperienze da raccontare. Deve tutto alla quarta stagione de “I mestieri di Mirko”. Un vero e proprio diario di bordo di tradizioni, storie e oggetti da realizzare con l’isola protagonista nel suo cuore e nel piccolo schermo.
Oggi martedì 17 dicembre, in esclusiva su RaiPlay, andrà in onda l’ultima delle dieci puntate del viaggio di Mirko Matteucci. Ma la serie di grande successo firmata Rai Contenuti Digitali e Transmediali dedicata alla Sardegna, a partire dal prossimo 11 gennaio alle 9, sarà in onda anche su Rai2. L’ultima tappa del viaggio vedrà il conduttore alla scoperta dei segreti della preparazione del torrone di Tonara ma l’isola è stata attraversata toccando tutti i punti cardinali. Da Cabras ad Alghero passando per Dorgali. Ma anche Samugheo, Orgosolo e Calangianus. Castelsardo, Mamoiada e Pattada. Il tutto alla scoperta delle preparazioni più antiche, dai cibi alle manifatture.
«Ho viaggiato in una terra magica dalla quale ho ricevuto tantissimo – racconta Mirko Matteucci –. Porterò il popolo sardo sempre nel mio cuore insieme al suo senso di ospitalità. Ma anche i colori e i profumi dell’entroterra dell’isola. Luoghi che conoscevo poco rispetto alla costa. Ma anche io sono un po’ sardo eh – scherza –. Mio suocero Carlo è originario di Arborea anche se è cresciuto a Cagliari».
Il viaggio è di quelli da incorniciare: «Un’esperienza unica nel suo genere – dice il conduttore –, non come tante altre che te ne capitano. È incredibile come tante cose tutte insieme possano lasciarti impressionato. Penso alla lavorazione del sughero. Non è vero, poi, che la tecnologia è in grado di arrivare dappertutto. Ad esempio io non pensavo di esserne capace, ma non dimenticherò di aver munto una capra con il mio amico Tatanu sui monti di Dorgali».
Una storia d’amore lunga 10 puntate realizzate in appena 22 giorni: «Piante plurisecolari e pascoli convivono in un paesaggio lunare – dice –, è stato come vivere un sogno ad occhi aperti. Mi sento un miracolato. Ho riportato indietro storie di lavorazioni antiche ma anche principi identitari di un popolo». I mestieri di Mirko in Sardegna, infatti, è stato anche un modo per farsi raccontare delle storie: «Ora ho una bagaglio culturale più ricco – ammette Matteucci –, in Sardegna ho avuto la fortuna di incontrare degli ottimi maestri. È valso a Mamoiada con i riti dionisiaci legati alla danza propiziatoria di Mamuthones e Issohadores, ma anche per i simboli dell’età del bronzo legati alla lavorazione del pane carasau nei forni in pietra di Orgosolo».
Storie. Anche di eccellenza: «Il surf di Alghero. Unicità mondiale a chilometro zero invidiata anche negli Usa. Ecco – conclude –, ho già voglia di tornare. Magari a Sassari che ancora non conosco. Tenetemi da parte una copia della Nuova, passerò per una birra».
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