Il noir di Enrico D’Angelo vince il Premio Guilcier
La storia di “Effetto suolo”: un cronista della Nuova indaga su un misterioso omicidio
Un gruppo di amici decide di salutare l'estate con un'ultima nuotata al largo della secca di Scanna Capretti. Il gommone preso a nolo nel porto di Stintino, qualche birra nello zaino. Solo uno decide di rimanere a bordo. Al ritorno degli amici l'imbarcazione è vuota, beccheggia sotto il sole del primo pomeriggio increspando uno specchio d'acqua immobile e indifferente.
Dove è finito Tommaso, figlio del noto impresario Ettore Scano? Questo è lo scenario che apre l’ultimo noir “Effetto suolo”, di Enrico D'Angelo, sassarese, maestro di tennis, ma che oltre alla racchetta maneggia molto bene anche la penna. Tanto da aggiudicarsi l’ultimo premio Guilcier, per la sezione inediti. Il romanzo è ancora in gara per i premi Calvino, Xenia book fair e Neri Pozza. Pubblicazione nelle librerie prevista entro Natale.
Il protagonista, come nella prima opera “La solitudine del ragno” è sempre lui, Nereo Carta, cronista di nera della Nuova Sardegna, giornalista di talento, con una scrittura tutta sua ma cane sciolto, impossibile da tenere al guinzaglio quando fiuta una notizia.
«Mi affascina l’idea di raccontare le storie attraverso il lavoro di un cronista – spiega Enrico D’Angelo –. La mia intenzione era discostarmi dal genere procedurale. Non volevo parlare di scena del crimine, esami del Dna eccetera. Mi interessava di più esaltare l'aspetto psicologico, introspettivo. Un giornalista non dispone degli strumenti che ha un ispettore di polizia, deve far leva su elementi diversi. È un approccio più intuitivo e immediato. Il lettore si riconosce più facilmente».
Nereo Carta, prima di imbattersi in questa misteriosa scomparsa, era in una fase di inerzia professionale: «Effetto suolo – dice Enrico D’Angelo – è il titolo del romanzo e non è altro che il principio idrodinamico grazie al quale le meduse nuotano nel mare. Il loro moto produce il minor dispendio energetico di tutto il regno animale. Un modo per seguire la corrente, per lasciarsi trasportare. Nereo Carta, viveva in questo modo: lasciandosi trasportare». Il misterioso delitto a sfondo sessuale, i conflitti di potere per dirottare le indagini e nascondere una vicenda scabrosa, riportano il cronista a nuotare controcorrente. Fiuta l’aria come un segugio, e si mette sulle tracce della verità. (lu.so.)