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Letture in classe: Cecilia Sala, la generazione Z e “L’incendio”

di Ilaria Muggianu Scano*
Letture in classe: Cecilia Sala, la generazione Z e “L’incendio”

La giornalista romana raccoglie incontri, fatti e conversazioni tra l’Iran durante le proteste contro il governo della Repubblica Islamica, l’Ucraina e Afghanistan i cui luoghi hanno la generazione Z come protagonista, un libro che «guarda a tre incendi che bruciano il mondo e alla generazione che tra quelle fiamme sta diventando grande»

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Cecilia Sala è la Paola Cortellesi del giornalismo italiano, una figura che difficilmente qualcuno può mettere in discussione senza il rischio di apparire impopolare. Con un residuale senso di meritocrazia, non sempre preteso in Italia, Cecilia Sala suda, letteralmente, sul campo, spesso minato, ogni traguardo. Buona parte dei suoi giorni li trascorre nel ventre infuocato di ogni conflitto, per rivelare una parte del mondo attraverso voce, penna e anima. Ne “L’Incendio” (Mondadori, 191 pagine) la giornalista romana raccoglie incontri, fatti e conversazioni tra l’Iran durante le proteste contro il governo della Repubblica Islamica, l’Ucraina e Afghanistan i cui luoghi hanno la generazione Z come protagonista, un libro che «guarda a tre incendi che bruciano il mondo e alla generazione che tra quelle fiamme sta diventando grande» scrive Sala. Inizia come freelance a raccontare storie dal mondo, in un momento i cui i quotidiani non investono sugli esperti in geopolitica e ancor meno su inviati di guerra alle prime armi. Si preoccupa dunque di comprare di tasca propria la costosissima protezione, dal giubbetto antiproiettile dal costo di oltre mille euro agli elmetti.

L’attitudine a mimetizzarsi e acquisire nuovi stili di vita e tecniche di sopravvivenza rientrano in una passione totalizzante per la verità che confluisce tra le pagine dell’ultima opera con naturalezza autobiografica. «Si vedono macchie scure che si muovono in una specie di coreografia: sono gli chador con dentro le donne che agitano braccia e gambe in continuazione per evitare che parti del loro corpo vengano scoperte dall’aria per un attimo», basterebbe un simile dettaglio per sostanziare il principio di realtà onorato tra le pagine de L’Incendio, schegge di quotidianità narrate nella semplicità della cronaca senza sacrificarne la drammatica veridicità, ma al contempo senza teatrali proclami vetero femministi, evidentemente inutili alla causa. Analogamente a ogni altro libro passato allo scanner di Letture di classe, ci chiediamo se sia un libro che valga la pena acquistare per la nostra libreria, se sia da interiorizzare o semplicemente prendere in prestito in biblioteca; l’oracolo opta per l’ultima opzione, non certo per disistima nei confronti dell’autrice o delle sue riflessioni, quanto per il frenetico avvicendarsi delle guerre che rende il testo obsoleto a poco tempo della pubblicazione con gli attacchi di Hammas a Israele. La guerra non lascia raffreddare l’inchiostro.

*insegnante e scrittrice
 

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