Il verde in soccorso del mondo: la protesta dei trattori e l'ambientalismo
Bisogna seguire l'idea di creare una "agricoltura sarda" dove si lavora nel rispetto della tradizione e si punta al prodotto di alta qualità
Si diffondono in Italia e in Sardegna le proteste degli agricoltori. Ormai nei giornali e nei tele e radiogiornali leggiamo articoli, sentiamo e vediamo sempre più spesso servizi che trattano il tema della protesta dei trattori che “marciano”, è la loro versione della lotta e della ribellione. Le proteste nascono da una situazione oramai divenuta insostenibile, derivanti da costi elevati delle materie prime, una burocrazia assurda, l’esportazione senza controllo da altri paesi non Ue ed anche l’eventuale produzione in laboratorio di alimenti.
Tutte le proteste nascono dalle regole austere del piano “Green Seal”, imposto dalla Comunità europea, il quale imponendo regolamenti troppo rigidi e legati ad un ambientalismo giudicato estremo, danneggia anche tutta l’agricoltura italiana.
L’agricoltura sarda lontana dai grandi centri di commercio ed ostaggio di una rete di trasporti sempre più lacunosa ed inadeguata, paga un costo maggiore: con elevati danni per l’economia della regione e per la popolazione, in termini di spopolamento ed abbandono del suolo.
La Sardegna è terra di paesaggi selvaggi e incontaminati dal punto di vista ambientale e biologico.
La qualità dell’aria, un’agricoltura ed allevamento legate ancora a regimi antichi, basati sul rispetto della natura, sono basi eccellenti su cui “costruire un’agricoltura sarda”, che produce alimenti dall’alto valore biologico, con la possibilità di produzioni di nicchia e con l’acquisizione dei marchi IGP e Dop, che sicuramente farebbero la differenza nei mercati con una popolazione più attenta alla qualità del cibo.
Speriamo che in Sardegna con la sua agricoltura e allevamento, che sono le attività fondamentali per l’economia sarda, si trovino soluzioni capaci per creare un modello economico unico e vincente.
Ma molto di questi propositi devono partire da noi stessi, dal nostro piccolo mondo, iniziando a formarci una mentalità aperta allo studio, all’innovazione e alla creatività.
*Michele e Gianpietro sono studenti della 3 A Istituto Professionale Agrario Bono