Prima spiaggia per nudisti nella Riviera del Corallo
di Nicola Nieddu
Alghero, l’ha istituita la giunta di Mario Conoci con una delibera votata all’unanimità. Sorgerà nella zona di Porto Conte in un punto che deve essere ancora individuato
04 giugno 2022
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ALGHERO . La Riviera del Corallo si apre al turismo naturista e lo fa con una delibera di indirizzo votata all'unanimità dalla giunta Conoci. La spiaggia per nudisti sorgerà nella zona di Porto Conte. Ancora da individuare il punto esatto che dovrà essere accessibile a tutti e, allo stesso tempo, riservato. Sarà segnalata con apposita cartellonistica e dovrà essere ben attrezzata con tutta una serie di servizi come qualsiasi altra spiaggia.
Quella di Alghero sarà quindi una delle poche spiagge per nudisti riconosciute ufficialmente in Sardegna. Al momento oltre quella più famosa di Porto Ferro (comune di Sassari) che è la prima spiaggia per nudisti in Sardegna, ci sono anche quelle di Piscinas (spiaggia per nudisti più grande in Europa) e, più recentemente, anche a San Vero Milis. Tutte e quattro sulla costa occidentale dell'isola dove il turismo naturista è sempre esistito così come in altre località della Sardegna che aspettano di essere riconosciute ufficialmente.
Dal 2017, in Sardegna esiste una Legge regionale, la numero 16, su norme in materia di turismo che, all'articolo 36, recita: “La Regione promuove la progettazione e la realizzazione di una rete di aree attrezzate per la pratica del turismo naturista in equilibrio con il contesto ambientale, anche in aree naturali protette”. La giunta comunale algherese ha adottato la delibera in seguito anche alla richiesta fatta da parte dell'associazione Anita (Associazione Italiana Naturista) che promuove, in Sardegna e su tutto il territorio nazionale, la pratica del naturismo e il turismo naturista sostenibile, con l'obiettivo di «contribuire alla conservazione e alla tutela ambientale dei luoghi di alto valore naturalistico e paesaggistico, per migliorare la loro vivibilità, la gestione sostenibile e l'accessibilità per tutti, in stretto accordo con le amministrazioni comunali e con il coinvolgimento attivo e la condivisione degli operatori economici e delle comunità locali».
Nel territorio algherese il naturismo è praticato e tollerato, praticamente da sempre. Un movimento vero e proprio nato alla fine dell'800 che si propone di promuovere un maggior contatto con la natura, nel rispetto delle persone e dell'ambiente, attraverso uno stile di vita sano, che vede la nudità come aspetto in grado di aumentare il rispetto nei confronti di sé stessi e del prossimo, che in determinati contesti può essere vissuta in socialità, nel pieno rispetto della moralità pubblica della società. Nella delibera, la Giunta comunale algherese sottolinea anche l'importanza dal punto di vista turistico: «Il naturismo costituisce oggi un interessante segmento turistico, con circa 500mila naturisti italiani e oltre 70 milioni di naturisti stranieri, secondo quanto attestato da uno studio italiano del 2017». Nella stessa delibera si da mandato «ai responsabili dei settori di competenza di predisporre gli atti e gli eventuali interventi affinché l'area sia resa fruibili dalla attuale stagione estiva».
Quella di Alghero sarà quindi una delle poche spiagge per nudisti riconosciute ufficialmente in Sardegna. Al momento oltre quella più famosa di Porto Ferro (comune di Sassari) che è la prima spiaggia per nudisti in Sardegna, ci sono anche quelle di Piscinas (spiaggia per nudisti più grande in Europa) e, più recentemente, anche a San Vero Milis. Tutte e quattro sulla costa occidentale dell'isola dove il turismo naturista è sempre esistito così come in altre località della Sardegna che aspettano di essere riconosciute ufficialmente.
Dal 2017, in Sardegna esiste una Legge regionale, la numero 16, su norme in materia di turismo che, all'articolo 36, recita: “La Regione promuove la progettazione e la realizzazione di una rete di aree attrezzate per la pratica del turismo naturista in equilibrio con il contesto ambientale, anche in aree naturali protette”. La giunta comunale algherese ha adottato la delibera in seguito anche alla richiesta fatta da parte dell'associazione Anita (Associazione Italiana Naturista) che promuove, in Sardegna e su tutto il territorio nazionale, la pratica del naturismo e il turismo naturista sostenibile, con l'obiettivo di «contribuire alla conservazione e alla tutela ambientale dei luoghi di alto valore naturalistico e paesaggistico, per migliorare la loro vivibilità, la gestione sostenibile e l'accessibilità per tutti, in stretto accordo con le amministrazioni comunali e con il coinvolgimento attivo e la condivisione degli operatori economici e delle comunità locali».
Nel territorio algherese il naturismo è praticato e tollerato, praticamente da sempre. Un movimento vero e proprio nato alla fine dell'800 che si propone di promuovere un maggior contatto con la natura, nel rispetto delle persone e dell'ambiente, attraverso uno stile di vita sano, che vede la nudità come aspetto in grado di aumentare il rispetto nei confronti di sé stessi e del prossimo, che in determinati contesti può essere vissuta in socialità, nel pieno rispetto della moralità pubblica della società. Nella delibera, la Giunta comunale algherese sottolinea anche l'importanza dal punto di vista turistico: «Il naturismo costituisce oggi un interessante segmento turistico, con circa 500mila naturisti italiani e oltre 70 milioni di naturisti stranieri, secondo quanto attestato da uno studio italiano del 2017». Nella stessa delibera si da mandato «ai responsabili dei settori di competenza di predisporre gli atti e gli eventuali interventi affinché l'area sia resa fruibili dalla attuale stagione estiva».