La Nuova Sardegna

Cagliari

L’operazione

Blitz della Finanza nelle campagne di San Giovanni Suergiu: sequestrata una serra di marijuana da 11mila piante e 73 chili di infiorescenze già essiccate

di Luciano Onnis
Blitz della Finanza nelle campagne di San Giovanni Suergiu: sequestrata una serra di marijuana da 11mila piante e 73 chili di infiorescenze già essiccate

Un coltivatore è finito in manette e altre due persone sono state denunciate

14 giugno 2024
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Iglesias Maxi coltivazione di marijuana in serra con oltre 11mila piantine di media altezza, scovata dalla Guardia di finanza nelle campagne di San Giovanni Suergiu, nel Sulcis. Un coltivatore quarantenne è stato arrestato e altre due persone, che si trovavano con lui al momento dell’intervento delle fiamme gialle, sono state denunciate per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’operazione sono stati sequestrati anche 73 chili di infiorescenze già essiccate. Ufficialmente la serra doveva essere adibita alla coltivazione di fiori e piantine ornamentali e invece era un vero e proprio bosco di cannabis che avrebbe potenzialmente prodotto 5 milioni di dosi di stupefacente, per un ricavo sul mercato di 50 milioni di euro.

Nei giorni scorsi i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cagliari e della Compagnia di Iglesias, hanno  fatto una visita mirata a un’azienda agricola per un controllo amministrativo finalizzato a verificare la corretta applicazione della normativa giuslavoristica sul personale impiegato. All’arrivo, i finanzieri hanno sorpreso il titolare dell’impresa e due lavoratori (i quali risulterebbero essere peraltro in nero) intenti alla sbocciolatura di piante di canapa che, in base all’esito delle analisi di laboratorio, sono state censite come canapa indica con un valore di THC (principio attivo della marijuana) pari al 12%, ovvero 20 volte superiore al limite consentito dalla normativa che disciplina la coltivazione della cosiddetta “canapa light”.

«Grazie alle quotidiane analisi di rischio effettuate dalle Fiamme Gialle – spiegano le Fiamme gialle del nucleo di polizia economico-finanziario di Cagliari – è stato possibile individuare l’azienda agricola sottoposta a controllo che, presentando molti elementi di anomalia (quali, ad esempio, l’assenza di dichiarazioni dei redditi e di formali rapporti commerciali con clienti e fornitori), in base agli elementi finora raccolti si presume sia un sito produttivo di marijuana destinata al fiorente mercato della Sardegna, seppur formalmente operante nel settore della “compravendita di piante e fiori”,  come emerge da alcuni video pubblicati sui diversi social network».

Le attività di polizia economico finanziaria svolte, hanno invece consentito ai finanzieri di rilevare la presenza di una serra di grandi dimensioni, convertita alla coltivazione illecita di cannabis. Era dotata di tutti gli attrezzi utilizzati per la coltivazione dello stupefacente: cisterne d’acqua, impianti di irrigazione canalizzati per ogni filare e fertilizzanti. Un capannone posto nelle immediate vicinanze del terreno era stato invece allestito per l’essicazione del prodotto con l’utilizzo di motori elettrici e ventilatori. Dopo aver proceduto al sequestro di 73 chili di infiorescenze e delle circa 11.000 piante ancora in fase di sviluppo – estirpate e trasportate grazie all’efficace sinergia avviata con il Corpo forestale e di Vigilanza ambientale della Regione  Sardegna – i  finanzieri hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, il titolare dell’azienda, nonché segnalato all’autorità giudiziaria di Cagliari i due lavoratori irregolari che erano stati sorpresi intenti alla lavorazione del prodotto.

«Si sottolinea quanto sia redditizia la redditività della coltivazione della marijuana per quei gruppi criminali che fanno, appunto, del traffico di stupefacenti il loro core business – sostengono i finanzieri del comando provinciale di Cagliari -. La Sardegna, d’altronde, è ormai da diversi anni in cima alle classifiche nazionali per quantitativi di marijuana sequestrata, evidenziando come il territorio regionale venga sempre più spesso sfruttato dalla criminalità locale convertitasi, negli anni, in azioni delittuose di siffatta natura».

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