La Nuova Sardegna

Cagliari

La denuncia

Telefoni nascosti nelle celle del carcere di Uta e durante la perquisizione un detenuto tenta la fuga

Telefoni nascosti nelle celle del carcere di Uta e durante la perquisizione un detenuto tenta la fuga

La vicenda resa pubblica dalla Uil Pa Polizia penitenziaria attraverso il segretario regionale Michele Cireddu

03 ottobre 2024
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Uta Tre telefoni cellulari in possesso di detenuti sono stati trovati e sequestrati dalla polizia penitenziaria all'interno del carcere di Uta. È avvenuto durante una perquisizione svolta dagli agenti al fine di garantire la sicurezza all’interno della struttura e a contrastare l’introduzione di materiale illecito. I minuscoli telefonini erano stati nascosti in modo ingegnoso dai detenuti all'interno delle celle per poter sfuggire a ogni controllo. Durante le perquisizioni, i detenuti erano stati fatti confluire nella zona all'aperto dei “passeggi" e qui uno dei reclusi ha tentato di evadere arrampicandosi sul muro di cinta per poi scavalcarlo, ma è stato prontamente e fermato dagli agenti.

Quanto successo nel carcere di Uta, è stato reso noto dal segretario regionale di Uil Pa Polizia penitenziaria Michele Cireddu. «Il ritrovamento dei telefoni cellulari – ha commentato il sindacalista - rappresenta un duro colpo per chi cerca di mettere in atto delle attività illecite all’interno dell’istituto e conferma l’importanza delle attività di prevenzione e controllo svolte dalla polizia penitenziaria, che ha dimostrato ancora una volta di essere più forte delle difficoltà nell’organizzare e mettere in atto una perquisizione straordinaria che ha interessato ogni angolo dell’Istituto».

Il ritrovamento dei tre cellulari abilmente occultati nelle camere detentive non è stato di certo casuale. «Sono servite complesse indagini info-investigative per riuscire nell’intento di sopprimere ogni tentativo di condurre attività illecite con l’utilizzo dei cellulari – ha proseguito Cireddu -. Il loro utilizzo in alcuni casi potrebbe infatti servire a commissionare reati o commetterli in prima persona».

«La polizia penitenziaria del carcere di Uta – conclude il segretario di Uil Pa -, ancora una volta ha saputo dimostrare di essere più forte delle carenze organiche, delle gravi anomali strutturali, delle vili aggressioni che sono in continua crescita, della disorganizzazione del lavoro voluta dal Provveditore uscente ed imposta dal direttore contro il volere di tutte le organizzazioni sindacali di categoria».(l.on)

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