Sequestro lampo sventato, ecco chi è il terzo arrestato
Il 31 gennaio la banda stava per entrare in azione per fare irruzione nella villa di un imprenditore cagliaritano, ma era stata bloccata dai carabinieri
Decimoputzu Arrestato il terzo presunto complice della banda di quattro componenti che il 31 gennaio scorso è stata intercettata dai carabinieri quando, con le uniformi dell’Arma indosso, si apprestava a compiere una rapina con sequestro di persona lampo a danno di un facoltoso imprenditore di Cagliari.
Nel covo della banda, un casolare nelle campagne di Decimoputzu, località Fraighedda, all’alba del 31 gennaio, a poche ore dal colpo programmato, i carabinieri avevano effettuato un blitz improvviso e bloccato i due malviventi che stavano per passare all’azione, presumibilmente in compagnia di almeno un altro complice non presente sul posto. Nel covo c’era tutto l’occorrente per compiere la rapina: due uniformi complete da carabiniere, con giaccone antivento e maglione a collo alto, una pistola semiautomatica Luger con sei proiettili calibro 9, radio ricetrasmittenti, fascette da elettricista, nasto adesivo per pacchi, una mazzetta da muratore e due auto rubate con targhe riciclate.
Il presunto malvivente sfuggito all’arresto era un giovane di Decimoputzu, Pier Paolo Ena, 32 anni, con numerosi precedenti giudiziari, la cui famiglia aveva in uso il casolare. Questa mattina 24 febbraio, i carabinieri del Nucleo operativo del reparto investigativo provinciale, con il supporto dei colleghi della Compagnia di Carbonia e delle unità cinofile dello Squadrone eliportato Cacciatori Sardegna, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del presunto terzo complice della banda che aveva progettato il colpo, appunto Pier Paolo Ena. I militari sono andati a prenderlo nella sua abitazione a Decimoputzu e non ha opposto resistenza.
La perquisizione domiciliare ha dato esito negativo. Secondo gli indizi raccolti dagli investigatori, diretti dal tenente colonnello Nicola Pilia, comandante il nucleo investigativo di Cagliari, la banda avrebbe pianificato di introdursi nella villa di un ricco imprenditore cagliaritano, spacciandosi per carabinieri che dovevano notificare un atto giudiziario al proprietario. L’obiettivo era quello di immobilizzare l’uomo e la moglie che era in casa (tra l’altro incinta) e di farsi consegnare il denaro contante tenuto in casa, sembra circa 300 mila euro. Le indagini, condotte attraverso una meticolosa analisi degli elementi raccolti durante la prima operazione, hanno permesso di risalire al ruolo dell’indagato arrestato oggi, individuato come uno degli organizzatori della tentata rapina. I gravi e concordanti elementi di prova raccolti hanno indotto l’autorità giudiziaria a emettere il provvedimento restrittivo. (luciano onnis)