I canti sacri a cuncordu della Settimana santa
Bortigali, rivivono gli antichi riti religiosi e della tradizione popolare Tre confraternite in prima fila nell’organizzazione degli eventi
BORTIGALI. Nella tradizione della Settimana santa bortigalese svolgono un ruolo importante le suggestioni sonore dei canti del repertorio sacro paraliturgico ai quali danno voce i cantori di “su concordu”, gruppi polivocali che provano per settimane prima di cantare quando accompagnano la spettacolare processione col Cristo deposto che segue “S'iscravamentu” del Venerdì santo. I gruppi “a cuncordu” hanno recuperato i canti di una tradizione antica, conservata grazie a quegli appassionati che, pur senza conoscenze musicali, hanno custodito a memoria le melodie e le armonie dei brani e le hanno tramandate oralmente alle generazioni successive. I gruppi istituzionalizzati di canti a cuncordu sono due: Sas Enas e Su Concordu ortigalesu. Per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia il comune li ha dichiarati “Gruppi di interesse comunale”. I riti e le celebrazioni della Settimana Santa di Bortigali (gli unici nel Marghine) sono inseriti con quelli di altri 45 paesi della Sardegna nel progetto "Scintille di fede" dell'assessorato regionale al Turismo. Depositarie delle tradizioni della Settimana santa sono le tre confraternite (Santa Croce e Il Rosario, costituite nel 1600, e Sas Animas, la cui fondazione risale ai primi del 1700). Ogni confraternita ha il gruppo di cantori che durante la processione intona lo Stabat e il Miserere riproponendo antiche melodie nella fusione polivocale. I gruppi di Bortigali nascono in ambito confraternale, ma non sono organici alle confraternite. La tradizione del cuncordu ha rischiato di perdersi nella seconda metà del Secolo scorso per contrasti col parroco degli anni Cinquanta che mal tollerava la presenza di cantori un po' alticci durante le funzioni religiose e le processioni. Negli anni Sessanta il Concilio ha cancellato molti riti, come quello degli strepiti (su mammodinu), durante i quali al silenzio delle campane subentrava il suono di sa matracula e su concordu sostituiva le note dell'organo. La passione di alcuni vecchi cantori tra i quali il paese ricorda “mastru” Gavinu Mura, i fratelli Peppino e Giovanni Fadda, Pedru Soro e, in particolare, Italo Soro, ha tramandato le musiche. Tre i brani del repertorio del canto a cuncordu “chidasantinu” di Bortigali: il Miserere e lo Stabat Mater (entrambi in latino) e Ottava Trista (in sardo). Il canto si caratterizza per la lentezza del ritmo e soprattutto per l'intonazione data dal basso sulla quale si fondono le altre voci.
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