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Assalto tra Torpè e Lodè, la responsabile Mondialpol: «Il nostro vigilante ha rischiato di morire»

di Valeria Gianoglio
Assalto tra Torpè e Lodè, la responsabile Mondialpol: «Il nostro vigilante ha rischiato di morire»

Rita Achenza racconta: «Ha avuto sangue freddo: gli anni di addestramento sono serviti. L’abbraccio? È stato istintivo»

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Torpè «In quel momento? Dopo aver visto il mezzo con i segni dei proiettili ad altezza d’uomo, ho realizzato che solo grazie alla blindatura è stato scongiurato il peggio e quindi ho incrociato lo sguardo della guardia e spontaneamente è avvenuto l’abbraccio».

Una mattina trascorsa in questura a Nuoro, nel corpo la stanchezza accumulata nelle ultime 48 ore, nel cuore il sospiro di sollievo di chi qualche ora prima ha scoperto che per fortuna, nonostante l’assalto, nessuno si fosse ferito: Rita Achenza, responsabile area della Mondiapol, è reduce da alcune ore trascorse come teste davanti alla polizia a Nuoro che indaga sull’assalto al portavalori di giovedì mattina, sulla provinciale tra Torpè e Lodè.

Ed è proprio per la sua esperienza di trent’anni in trincea, a coordinare un settore dove il rischio fa parte del mestiere e dove le donne sono poche ma evidentemente molto determinate, che per la responsabile Mondialpol le emozioni e i rapporti umani vengono sempre prima di tutto. Sarà per questo che giovedì mattina, al suo arrivo sul luogo dell’assalto, a pochi chilometri dal centro abitato di Torpè, chi l’ha vista ha notato che la sua prima premura non sia stata una dichiarazione ufficiale. E nemmeno una questione formale. Niente di tutto questo: è stata, piuttosto, un abbraccio. Perché la guardia giurata vittima della rapina, Rita Achenza, se l’è davvero stretta al cuore. E ieri, trascorse diverse ore da quei momenti concitati, ha spiegato anche perché. Le è bastato, ha raccontato, «aver visto il mezzo con i segni dei proiettili ad altezza d’uomo», per capire al volo che solo la blindatura del furgone pochi istanti prima avesse fatto scongiurare il peggio. Ed è stato allora, ha precisato, che «ho incrociato lo sguardo della guardia e che spontaneamente è avvenuto l’abbraccio».

Ma in realtà, dietro al pericolo scampato, oltre alla blindatura del furgone e a qualche altro dispositivo entrato in funzione, giovedì mattina si è rivelata determinante anche la prontezza e l’esperienza della guardia giurata alla guida del mezzo, sulla provinciale 24. Non a caso un vigilante con più di venti anni di lavoro alle spalle: un professionista, insomma, che di fronte ai momenti critici sa come muoversi e sa soprattutto come non perdere il controllo. Nemmeno di fronte a due fucili puntati e agli spari ad altezza d’uomo.

«La nostra guardia è stata molto brava – spiega Rita Achenza – e con sangue freddo ha reagito mettendo in pratica gli anni di formazione e addestramento sui quali la nostra azienda investe dal 2014. Anche i nostri sistemi tecnologici hanno funzionato, l’allarme in centrale è arrivato fin dal primo momento non appena la guardia ha visto i rapinatori davanti e immediatamente sono state attivate tutte le misure di sicurezza e allertato le forze dell’ordine. I valori sottratti sono stati resi inutilizzabili dal sistema di macchiatura». Diversi aspetti, insomma, di quel giovedì mattina sono andati ognuno al suo posto. E per Rita Achenza, che da Sassari si è precipitata al volo verso la strada provinciale 24, nel tratto tra Torpè e Lodè, non appena appresa la notizia dell’assalto, la mente, per qualche istante, è comunque andata anche alla sua esperienza. E ai tanti anni nella Mondialpol, e in un settore delicato, dove contano molto un carattere stabile, la competenza e il sangue freddo. «Faccio questo mestiere da quasi trent’anni – dice Rita Achenza – con determinazione e passione. E sono consapevole dei rischi che corriamo tutti i giorni. Li cerchiamo di contrastare con professionalità».

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