La Nuova Sardegna

Sassari

La sentenza

Riceve i fondi “Resto al sud” per ristrutturare la pizzeria invece sperpera 17mila euro per acquisti personali

di Nadia Cossu
Riceve i fondi “Resto al sud” per ristrutturare la pizzeria invece sperpera 17mila euro per acquisti personali

Condannata a cinque mesi una 27enne titolare del locale per cui aveva beneficiato di soldi pubblici

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Porto Torres Una condanna a cinque mesi e dieci giorni di reclusione (pena sospesa) perché, stando all’accusa, avrebbe speso per altri fini i soldi che aveva ricevuto dallo Stato per ristrutturare la sua pizzeria. E ieri mattina il gup di Sassari Gian Paolo Piana, accogliendo parzialmente la richiesta del pubblico ministero Gianni Caria (che aveva sollecitato 8 mesi) ha condannato l’imputata, una 27enne, per il reato di malversazione di erogazioni pubbliche per un importo di circa 17mila euro. La giovane, titolare di una pizzeria a Porto Torres (difesa dall’avvocato Franco Mario Fois), aveva beneficiato di 60mila euro di contributi e finanziamenti pubblici che rientravano nella misura a favore dei giovani del Mezzogiorno denominata “Resto al Sud”. Denaro che sarebbe dovuto servire per spese di ristrutturazione e acquisto di attrezzature e macchinari necessari per l’attività.

Per l’accusa, invece, tramite prelievi in contanti e pagamenti bancomat, «una rilevante quantità di denaro era stata destinata a spese personali, estranee all’attività d’impresa». Il compagno dell’imputata, che lavorava con lei come pizzaiolo, era stato sentito in aula. L’uomo aveva smentito che i fondi fossero stati destinati a scopi diversi e aveva spiegato che lui stesso si era occupato di impiegarli secondo quanto previsto nel progetto di finanziamento che, tra le varie cose, prevedeva la possibilità di utilizzare parte di quei fondi per l’acquisto di materiali per ristrutturare il locale e per beni strumentali. Aveva anche aggiunto di aver lui stesso provveduto a fare quelle spese che, in larga misura, erano documentate da fatture elettroniche emesse dai vari rivenditori e prodotte ieri in aula. Ma questo non è probabilmente bastato a scagionarla. L’agenzia Invitalia (l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell'Economia) si era costituita parte civile e l’imputata è stata condannata al risarcimento del danno che verrà quantificato in un processo davanti al giudice civile. 

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