La Nuova Sardegna

Nuoro

Legler, i turchi acquistano tutti i telai

di Tito Giuseppe Tola
Legler, i turchi acquistano tutti i telai

Un’azienda tessile del paese anatolico si è aggiudicata l’asta per la vendita dei beni immobili della fabbrica di Macomer

23 maggio 2012
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MACOMER. Un’azienda tessile turca si è aggiudicata l’asta fallimentare per la vendita dei beni immobili della ex Legler Macomer. Dopo i telai di Ottana, finiranno in Turchia anche quelli della fabbrica di Tossilo. Con la vendita di macchine e telai dello stabilimento di Macomer, finisce l’era del tessile in provincia di Nuoro. All’apertura delle buste si è proceduto ieri mattina nello studio del curatore fallimentare in via Beato Angelico a Oristano. Al curatore, Franco Pinna, si erano rivolti diversi potenziali compratori (gran parte dei quali indiani e pachistani) interessati solo all’acquisto dei beni mobili, ma alla fine è stata presentata una sola offerta, quella dei turchi, che essendo gli unici partecipanti si hanno aggiudicato l’asta.

La ditta che compra i telai di Macomer non è la stessa che ha comprato quelli di Ottana. Negli ultimi giorni si era diffusa la speranza, alimentata da alcune voci riferite dai sindacati, che vi fossero degli imprenditori interessati a rilevare gli stabilimenti di Macomer e Ottana per riprendere la produzione. I sindacati avevano riportato quanto era stato riferito dall’assessore all’Industria, Alessandra Zedda, nel corso di un incontro tenuto a Cagliari. La speranza è svanita con le aste fallimentari con e senza incanto tenute la scorsa settimana per vendere in blocco l’intero stabilimento di Tossilo. Entrambe le aste sono andate deserte.

Le cose sono andate diversamente ieri, anche se a partecipare all’asta è stato poi un solo compratore che ha preso telai e macchine in blocco con un’offerta uguale al prezzo a base d’asta di 3,6 milioni di euro e senza nessun aumento. Come è già avvenuto nello stabilimento di Ottana, dove i telai sono stati smontati, imballati spediti nel giro di una settimana, si prevede che lo smantellamento della fabbrica di Macomer avverrà in tempi brevissimi. Una volta che il compratore salderà l’acquisto delle macchine (per partecipare all’asta ha già versato una cauzione pari al cinque per cento del valore), sarà immesso nel pieno e immediato possesso dei beni e ne diventerà proprietario. A Tossilo resterà lo stabilimento vuoto, che andrà ad aggiungersi a quello della ex Texal e ad altri capannoni rimasi inutilizzati dopo la chiusura e il fallimento delle aziende alle quali appartenevano nella fase di attività e produzione. Per la vendita in blocco di immobili, telai e macchine era stato fissato un prezzo a base d’asta di 15 milioni di euro. Nessuno era però interessato ai capannoni per riprendere la produzione.

I sindacati non nascondono la delusione per la conclusione ingloriosa di una vertenza avviata sei anni fa con la chiusura della fabbrica, ma con la speranza che i problemi si sarebbero risolti. La crisi della Legler Macomer, unita a doppio filo a quella delle consorelle di Ottana e Siniscola, è andata invece precipitando sempre più in basso fino al punto di non ritorno del fallimento lasciando per strada e senza prospettive 105 lavoratori con meno di 50 anni.

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