L’Ordine francescano compie 100 anni
Festeggiamenti a Bolotana nella chiesetta di San Francesco per il centenario della fondazione del movimento religioso
BOLOTANA. Hanno festeggiato il centesimo anno della fondazione del loro movimento religioso con sobrietà e silenzio, così come si conviene a chi, da laico, segue la regola della semplicità della vita e dell’impegno spirituale. Solo una messa, tutta per loro, celebrata dal parroco, don Pier Paolo Calaresu, nella chiesetta di San Francesco incastonata nella periferia alta del paese, tra i ruderi del convento che un tempo ospitava i frati cappuccini. Così, gli aderenti al terzo ordine francescano di Bolotana, hanno ricordato, il 2 agosto scorso, i cento anni dell’Ordine francescano secolare, l’associazione laica mondiale che segue il messaggio di san Francesco coadiuvando i frati nell’attività religiosa. A Bolotana i frati cappuccini mancano dal 26 febbraio del 1867, quando il convento venne chiuso in seguito alle cosiddette “leggi eversive” che sancirono la confisca di molti beni ecclesiastici. Da allora, il compendio religioso e l’annessa chiesetta, edificata nel 1608, vennero lasciati in rovina e abbandonati all’oblio. Fino a quando, il 2 agosto del 1914, un gruppo di devoti del poverello d’ Assisi, guidati da Vittoria Sulas vedova Bussa, fondò, su impulso dell’allora parroco don Antonio Contini, il terzo ordine francescano. La scelta della data non fu casuale. Il 2 agosto del 1216, infatti, il papa Onofrio III concesse l’indulgenza plenaria su richiesta di san Francesco che ebbe una visione mentre pregava nella cappella della Porziuncola, ad Assisi. Da allora, il 2 agosto, per i devoti del santo dei poveri, è il giorno del “perdono d’Assisi”. La costituzione del terzo ordine francescano fu, per la chiesa di san Francesco e per la storia del santuario bolotanese, un’ancora di salvezza. Laica e religiosa. Nel corso degli anni, infatti, il Comune, proprietario del compendio, decise di affidare la custodia della chiesa al movimento francescano. «Da allora – si legge in uno dei rari documenti che illustrano il cammino storico dell’associazione – le francescane si impegnarono a celebrare con profonda devozione tutte le festività francescane che ancora oggi costituiscono una forte attrattiva per tutta la comunità parrocchiale». Al di là dell’impegno religioso, che sicuramente è valso a salvare la dignità della piccola chiesa del ‘600 ristrutturata dal Comune (il convento, purtroppo, è ormai un rudere), le francescane hanno avuto il merito di recuperare anche una parte del patrimonio artistico della chiesa. Qualche anno fa, dopo un lungo lavoro di restauro eseguito dalla giovane restauratrice, Laura Cosseddu, è stata recuperata una tela del Settecento, opera di un maestro sardo sconosciuto, che raffigura Sant’Antonio da Padova con il Bambino. «Il restauro – dice la ministra Maria Pireddu – è stato possibile grazie a una donazione privata fatta al terzo ordine francescano». Un suggello dei cento anni di storia di questo movimento religioso che ha segnato nel profondo l’anima del paese.