La Nuova Sardegna

Nuoro

Disabilità gravi, ora esplode la rabbia di sindaci e malati

di Francesco Cabras
Disabilità gravi, ora esplode la rabbia di sindaci e malati

Proteste per le modifiche al programma “Ritornare a casa” «Tempi troppo ristretti e ignorate le richieste di correttivi»

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NUORO. «Se la Regione non prende provvedimenti sono a rischio centinaia di domande per l’assistenza domiciliare a persone affette da disabilità gravissime». Il grido d’allarme è del Distretto Plus di Nuoro (di cui fanno parte 20 comuni e la Asl) che chiede agli amministratori regionali di rivedere alcuni punti delle nuove linee guida per l’accesso al programma “Ritornare a casa” approvate a fine aprile. Un progetto grazie al quale i malati (circa 400 nel distretto nuorese) possono ottenere a casa l’assistenza di cui necessitano che altrimenti gli sarebbe garantita solo con il ricorso al ricovero in strutture sanitarie, con conseguente maggiore spesa per le casse regionali. Tra i punti più contestati della delibera c’è quello che prevede, per chi già usufruisce del programma, di chiederne la proroga entro il 30 giugno e, nel caso lo avesse già fatto nei mesi precedenti alle modifiche, di inoltrare una seconda domanda alla luce dei nuovi requisiti.

Carattere di retroattività che i sindaci del Plus e gli operatori socio-assistenziali definiscono una «grave violazione normativa» e, in ogni caso, impossibile da praticare visti i tempi fisiologici che servono per predisporre i progetti. A pochi giorni dalla scadenza imposta dalla Regione, gli amministratori del Distretto si sono riuniti per ribadire la loro contrarietà al provvedimento, dopo averlo fatto già un mese fa di fronte all’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, al quale avevano sottoposto alcuni correttivi e dal quale avevano ottenuto rassicurazioni. «Una delegazione si era recata a Cagliari per esporre le criticità – spiega l’assessore comunale ai Servizi sociali, Valeria Romagna – e in un primo momento sembrava ci fosse un’apertura alle richieste, salvo poi scoprire che nessuna era stata accolta».

Altra norma contestatissima è quella che introduce un arco temporale in cui i nuovi beneficiari dovranno presentare la richiesta per accedere a “Ritornare a casa”: dal 1 luglio al 9 agosto, mentre in precedenza non esistevano periodi stabiliti. In pratica, se la patologia dovesse insorgere il 10 agosto, il malato deve attendere un anno per chiedere l’inserimento «con evidenti gravi conseguenze – sottolineano gli amministratori – che si traducono in un’iniqua negazione di un fondamentale diritto all’assistenza».

Il rammarico per «l’atteggiamento inaccettabile» della Regione è contenuto in un documento sottoscritto dagli amministratori di Nuoro, Orune, Oliena, Sarule, Orani, Dorgali, Fonni, Olzai, Gavoi, Orotelli e Mamoiada. «In ballo – dicono – c’è la salute e la serenità di centinaia di persone affette da gravi patologie che vedono seriamente compromessa la possibilità di vivere la propria condizione all’interno dell’ambiente familiare». A evidenziare ancora la gravità della situazione è Rosa Puligheddu, referente dell’Aisla, associazione che si occupa degli ammalati di Sla: «C’è difficoltà a dare risposte alle famiglie, alcune delle quali sono in ginocchio attendendo i finanziamenti della Regione. Ci sono casi di chi ha fatto domanda e ancora non ha visto nulla».

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