Nuoro, il centro trasfusionale rischia la chiusura
Giusy Ferreli
Il direttore dell’Assl, Grazia Cattina, scrive ai vertici dell’Ats perché «assegnino subito un numero adeguato di medici»
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NUORO. Allarme rosso al centro trasfusionale del San Francesco. L’ospedale nuorese, già nell’occhio del ciclone per una lunga serie di vicissitudini, ora rischia la chiusura del servizio di immunoematologia e del centro trasfusionale: a fronte dei nove medici previsti dalla pianta organica e dei quattro in servizio attualmente gli operativi sono appena due, compreso il direttore Pier Paolo Bitti.
Una situazione al collasso considerato che, nonostante qualche sporadico supporto assicurato da medici provenienti da altre Assl isolane – i quali lavorano al San Francesco sempre in regime di prestazioni aggiuntive – difficilmente, con questi numeri, si potrà continuare ad assicurare l’importante servizio.
La chiusura del centro, indispensabile, tra l’altro, per garantire la medicina trasfusionale e quindi l’attività delle sale operatorie, sancirebbe una condanna senza appello per il presidio ospedaliero. E deve essere scongiurata a tutti i costi. La preoccupazione per la mancata soluzione di una problematica che va avanti da tempo ha indotto il direttore della Assl di Nuoro Grazia Cattina a scrivere una formale quanto accorata richiesta ai vertici dell’Ats.
Nella nota di martedì, che segue diverse interlocuzioni verbali, la direzione dell’area sociosanitaria barbaricina ha chiesto ai vertici dell’azienda unica guidata dal commissario straordinario Giorgio Steri di intervenire, senza ulteriori indugi, con “l’assegnazione a carattere d’urgenza di un numero adeguato di medici”.
Tutto questo in attesa di un concorso che tarda ad essere espletato. La strada da seguire potrebbe essere un’altra: l’arrivo a Nuoro di specialisti in regime di contratto libero professionale, una possibilità già presa in considerazione attraverso l’avviso di una manifestazione rivolta ai medici.
In questo caso la proposta, avanzata con nota formale dalla Assl di Nuoro al servizio dell’Ats che si occupa delle risorse umane, di rivalutare l’ammissibilità delle domande presentate, non ha mai avuto risposta. La vicenda del centro trasfusionale dell’ospedale San Francesco rischia di non essere un caso isolato. Qualche giorno fa la denuncia ha riguardato la geriatria ormai sull’orlo del baratro.
Nel reparto la mole di lavoro e insostenibile e gli anziani pazienti vengono dirottati in altre corsie perché l’organico, tra medici, infermieri e oss, è ridotto al lumicino. Altrettanto critica si è rivelata la situazione in chirurgia. Dallo scorso settembre tre specialisti in forze alo servizio hanno lasciato l’unità operativa del San Francesco per lavorare in altri ospedali della Sardegna.
Quest’altro, triste capitolo della storia che riguarda la sanità nuorese è approdato nell’aula di via Roma, a Cagliari. I due consiglieri regionali nuoresi di minoranza Daniele Cocco e Roberto Deriu hanno presentato un’interrogazione in Consiglio regionale e della vicenda si è interessata anche la parlamentare pentastellata e componente della Commissione sanità della Camera, Mara Lapia.
Una situazione al collasso considerato che, nonostante qualche sporadico supporto assicurato da medici provenienti da altre Assl isolane – i quali lavorano al San Francesco sempre in regime di prestazioni aggiuntive – difficilmente, con questi numeri, si potrà continuare ad assicurare l’importante servizio.
La chiusura del centro, indispensabile, tra l’altro, per garantire la medicina trasfusionale e quindi l’attività delle sale operatorie, sancirebbe una condanna senza appello per il presidio ospedaliero. E deve essere scongiurata a tutti i costi. La preoccupazione per la mancata soluzione di una problematica che va avanti da tempo ha indotto il direttore della Assl di Nuoro Grazia Cattina a scrivere una formale quanto accorata richiesta ai vertici dell’Ats.
Nella nota di martedì, che segue diverse interlocuzioni verbali, la direzione dell’area sociosanitaria barbaricina ha chiesto ai vertici dell’azienda unica guidata dal commissario straordinario Giorgio Steri di intervenire, senza ulteriori indugi, con “l’assegnazione a carattere d’urgenza di un numero adeguato di medici”.
Tutto questo in attesa di un concorso che tarda ad essere espletato. La strada da seguire potrebbe essere un’altra: l’arrivo a Nuoro di specialisti in regime di contratto libero professionale, una possibilità già presa in considerazione attraverso l’avviso di una manifestazione rivolta ai medici.
In questo caso la proposta, avanzata con nota formale dalla Assl di Nuoro al servizio dell’Ats che si occupa delle risorse umane, di rivalutare l’ammissibilità delle domande presentate, non ha mai avuto risposta. La vicenda del centro trasfusionale dell’ospedale San Francesco rischia di non essere un caso isolato. Qualche giorno fa la denuncia ha riguardato la geriatria ormai sull’orlo del baratro.
Nel reparto la mole di lavoro e insostenibile e gli anziani pazienti vengono dirottati in altre corsie perché l’organico, tra medici, infermieri e oss, è ridotto al lumicino. Altrettanto critica si è rivelata la situazione in chirurgia. Dallo scorso settembre tre specialisti in forze alo servizio hanno lasciato l’unità operativa del San Francesco per lavorare in altri ospedali della Sardegna.
Quest’altro, triste capitolo della storia che riguarda la sanità nuorese è approdato nell’aula di via Roma, a Cagliari. I due consiglieri regionali nuoresi di minoranza Daniele Cocco e Roberto Deriu hanno presentato un’interrogazione in Consiglio regionale e della vicenda si è interessata anche la parlamentare pentastellata e componente della Commissione sanità della Camera, Mara Lapia.