Fanghi della depurazione sotto tiro
di Alessandro Farina
Bosa, il comitato Acqua bene comune ricorda le restrizioni sull’uso in agricoltura
16 febbraio 2020
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BOSA. Il comitato In Bosa – Acqua bene comune Planargia Montiferru dice “No grazie” allo spargimento di fanghi di depurazione in agricoltura dopo che sono stati innalzati i limiti di alcune sostanze ritenute pericolose dal cosiddetto Decreto Genova. In un momento in cui l’Italia è sottoposta a una proceduta d’infrazione da parte dell’Unione Europea a causa del mancato adeguamento degli impianti di depurazione “recentemente sono stati sversati nei terreni della Planargia fanghi provenienti da impianti di depurazione. A prescindere dalle questioni legali contestate alla ditta che esegue i trattamenti dei fanghi stessi, va ricordato che con l’art. 41 del Decreto Genova del 2018, il Governo ha fortemente innalzato i limiti relativi ad alcune sostanze molto pericolose per la salute umana, alcune delle quali cancerogeni accertati. In contrasto con le direttive europee”, la premessa del documento firmato dal portavoce Riccardo Chiozzi.
Per il comitato “di fatto, molte sostanze contenute nei fanghi sono fortemente inquinanti per i terreni, le falde acquifere e di conseguenza i prodotti alimentari”. L’auspicio è quindi per una “seria presa di posizione di amministratori, cittadini, associazioni e sopratutto agricoltori per chiedere l'abrogazione dell'articolo 41 del Decreto Genova e riportare i limiti come stabilito dalla Decisione del Consiglio dell’Unione Europea del 17 dicembre 2002.”
La questione era emersa anche nel corso della assemblea civica congiunta di Magomadas, Flussio e Tresnuraghes di dicembre 2019. Indetta per discutere delle problematiche, odori nauseabondi e presenza abnorme di insetti, lamentate dai cittadini residenti nella aree attigue alla zona industriale di Magomadas, dove la Geco Srl ha avviato la trasformazione di fanghi di depurazione civile in ammendante per l’agricoltura. “La nostra società non sparge “tal quale” fanghi ma produce un ammendante. E’ pertanto soggetta alla rigorosa normativa sui fertilizzanti, notevolmente più restrittiva rispetto a quella prevista dal Decreto Genova. Utilizziamo fanghi con basso contenuto di idrocarburi e metalli pesanti provenienti da depuratori pugliesi, che abbattono queste sostanze permettendo di ottenere un prodotto certificato” sottolineava l’Ad della Geco Leonardo Galleri.
Per il comitato “di fatto, molte sostanze contenute nei fanghi sono fortemente inquinanti per i terreni, le falde acquifere e di conseguenza i prodotti alimentari”. L’auspicio è quindi per una “seria presa di posizione di amministratori, cittadini, associazioni e sopratutto agricoltori per chiedere l'abrogazione dell'articolo 41 del Decreto Genova e riportare i limiti come stabilito dalla Decisione del Consiglio dell’Unione Europea del 17 dicembre 2002.”
La questione era emersa anche nel corso della assemblea civica congiunta di Magomadas, Flussio e Tresnuraghes di dicembre 2019. Indetta per discutere delle problematiche, odori nauseabondi e presenza abnorme di insetti, lamentate dai cittadini residenti nella aree attigue alla zona industriale di Magomadas, dove la Geco Srl ha avviato la trasformazione di fanghi di depurazione civile in ammendante per l’agricoltura. “La nostra società non sparge “tal quale” fanghi ma produce un ammendante. E’ pertanto soggetta alla rigorosa normativa sui fertilizzanti, notevolmente più restrittiva rispetto a quella prevista dal Decreto Genova. Utilizziamo fanghi con basso contenuto di idrocarburi e metalli pesanti provenienti da depuratori pugliesi, che abbattono queste sostanze permettendo di ottenere un prodotto certificato” sottolineava l’Ad della Geco Leonardo Galleri.