Con lo sportello d’ascolto il covid fa meno paura
di Alessandra Porcu
Macomer, successo del servizio di supporto psicologico dell’Unione dei Comuni Oltre cinquanta le chiamate, già si pensa di estendere e migliorare l’attività
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MACOMER. Lo sportello di ascolto attivato dall'Unione dei Comuni del Marghine in piena pandemia sarà operativo fino al prossimo 31 luglio. Quello che accadrà dopo quella data, al momento, resta da definire. «Dovremmo sederci attorno a un tavolo e valutare. Si potrebbe rivedere la formula», spiega la responsabile Francesca Canu, «Non è escluso che si possano effettuare dei colloqui di persona. Quel che è certo - aggiunge - è che durante i due mesi di confinamento ci siamo resi conto dell'importanza che il servizio ha avuto per i cittadini del nostro territorio. Sono state diverse decine le persone che ci hanno contattato». «Una cinquantina in tutto - precisa la psicologa Patrizia Carta -. Uomini e donne. Età media 50 anni. Ma abbiamo ricevuto anche telefonate da persone anziane e sole. Da 30enni e 40enni in profonda ansia per il futuro lavorativo. Tanti pure i genitori che, preoccupati per l'irritabilità visibile nei figli tra i 3 e i 10 anni, hanno deciso di chiedere aiuto. Alcuni bambini, specie quelli che non hanno fratelli o sorelle - afferma la psicoterapeuta - hanno subito i maggiori disagi dovuti all'isolamento». Disturbi del sonno, pipì a letto e vomito. «Nei soggetti più piccoli, sono aumentati - sottolinea Patrizia Carta -, gli episodi di regressività. Tanti bimbi hanno dovuto riaffrontare la paura di addormentarsi da soli, quindi sono tornati nel lettone con mamma e papà. Altri hanno fatto un uso eccessivo di smartphone e tablet. Le ore trascorse davanti alla tv si sono moltiplicate. Allo stesso tempo si è abbassata la soglia dell'attenzione, durante le attività svolte con la didattica a distanza. L'allentamento delle misure restrittive anti Covid hanno permesso loro di riconquistare spazi e abitudini. Molti continuano ad aver difficoltà». L'emergenza sanitaria ha lasciato strascichi di non poco conto sui bambini. A subire dei contraccolpi sono stati anche gli adulti. Attacchi di panico, nervosismo, insonnia. Sintomi di un malessere che lo sportello di ascolto ha cercato di attutire. «Il dialogo è stato fondamentale in certe situazioni», afferma Patrizia Carta. «Molte persone avevano solo bisogno di parlare, di confrontarsi. Di sfogarsi. E noi abbiamo cercato di supportarli. Ad alcuni riesce più semplice comunicare attraverso il telefono invece che sottoporsi a una seduta di psicoterapia in presenza. È chiaro che non si possa generalizzare. Ogni situazione differisce dall'altra e necessita di un approccio a sé». Ancora per qualche settimana, quindi, sarà possibile accedere al servizio. «In qualsiasi caso - rassicura la psicologa - nessuno verrà lasciato solo. L'ufficio Pon dell'Unione dei Comuni del Marghine è sempre a disposizione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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