«Così porterò Grazia Deledda a Dubai»
di Luciano Piras
Programma internazionale di eventi «senza censure» per il Nobel. Tappa anche all’Ermitage di San Pietroburgo
20 agosto 2021
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NUORO. «L’attualità del messaggio di Grazia è così forte da resistere a ogni tentativo di censura preventiva o di rilettura al “ribasso”». Anthony Muroni va oltre. Guarda lontano, con gli stessi occhi visionari del Premio Nobel per la Letteratura. Direttore artistico delle Celebrazioni deleddiane che si svolgeranno nei prossimi dodici mesi, Muroni è al lavoro per mettere in piedi la proposta che ha già avanzato al comitato istituzionale composto da Provincia e Comune di Nuoro, Fondazione di Sardegna, Museo Man e Consorzio universitario nuorese. «E cioè: portare la storia di Grazia Deledda all’Expo di Dubai (febbraio 2022) e a un evento fuori cartellone presso l’Ermitage di San Pietroburgo. Due scelte – sottolinea il giornalista scrittore – inserite nel quadro di internazionalizzazione della sua figura, che prevede anche eventi a Stoccolma, in collaborazione con l’Accademia dei Nobel, e in altre capitali europee».
«Naturalmente contiamo sul fatto che il professor Dino Manca possa essere dei nostri» tira subito in ballo la stretta attualità. Manca, docente di Filologia italiana all’Università di Sassari, nuorese di Corte ’e susu, infatti, ha appena «reso noto di aver – a malincuore – rinunciato a tenere una lezioni sulla personalità e l’opera di Grazia Deledda, che avrebbe dovuto essere rivolta alle studentesse di un importante Stato del Medio Oriente, monarchia costituzionale di religione islamica».
«Lo ha fatto, meritoriamente – sottolinea Muroni –, per non venire meno al principio di integrità che ne guida la missione accademica, sia nella fase della ricerca che in quella di trasmissione del sapere».
Motivo? «È stato invitato a usare “accortezza” nel presentare la figura della grande scrittrice nuorese, premio Nobel per la Letteratura, autentico esempio di donna autoderminata e capace di sovvertire i riti della società maschilistica di fine ‘800 e inizio ‘900. Il riferimento all’accortezza è stato sintetizzato dal professor Manca come un invito alla “previdente avvedutezza nell’agire, nel contesto dato”. Il docente ha declinato l’invito proprio per testimoniare l’impossibilità di tradire la storia della Deledda: raccontarla senza censure, inquadrandola nel tempo in cui si consumò, con gli atti simbolici e la testimonianza quotidiana, oltre che per la forza delle sue opere, avrebbe in sé costituito un manifesto a cui non sarebbe stato necessario aggiungere sovrastrutture ideologiche o propagandistiche».
«Il professor Manca ha fatto la cosa giusta, anche se apprezzo che qualcuno, in uno Stato arabo – sottolinea il direttore artistico delle celebrazioni deleddiane –, abbia pensato a una lezione sulla figura della scrittrice nuorese, nel 150° della nascita, e la sua scelta rafforza la mia determinazione nel portare avanti il programma».
La scelta di Dubai e San Pietroburgo, infatti, ha una duplice valenza: «intercettare due eventi di grande impatto mediatico e altissimo profilo culturale e, appunto, testimoniare l’esempio dolcemente rivoluzionario di una donna che seppe essere forte, moderna, determinata, fuori dagli schemi, dando voce alla sensibilità sua e di quelli che nei sui romanzi e racconti hanno trovato sfogo alla propria sete di sapere. Farlo negli Emirati arabi, inseriti all’interno di una kermesse mondiale, nel corso della quale non ci saranno spazi per censure o “raccomandazioni”, e in Russia, in questo particolare momento storico, credo possa essere un modo appropriato, tra i tanti che vorremmo mettere in campo – chiude Anthony Muroni –, per celebrare la forza internazionale del lascito umano e culturale di Grazia Deledda».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Naturalmente contiamo sul fatto che il professor Dino Manca possa essere dei nostri» tira subito in ballo la stretta attualità. Manca, docente di Filologia italiana all’Università di Sassari, nuorese di Corte ’e susu, infatti, ha appena «reso noto di aver – a malincuore – rinunciato a tenere una lezioni sulla personalità e l’opera di Grazia Deledda, che avrebbe dovuto essere rivolta alle studentesse di un importante Stato del Medio Oriente, monarchia costituzionale di religione islamica».
«Lo ha fatto, meritoriamente – sottolinea Muroni –, per non venire meno al principio di integrità che ne guida la missione accademica, sia nella fase della ricerca che in quella di trasmissione del sapere».
Motivo? «È stato invitato a usare “accortezza” nel presentare la figura della grande scrittrice nuorese, premio Nobel per la Letteratura, autentico esempio di donna autoderminata e capace di sovvertire i riti della società maschilistica di fine ‘800 e inizio ‘900. Il riferimento all’accortezza è stato sintetizzato dal professor Manca come un invito alla “previdente avvedutezza nell’agire, nel contesto dato”. Il docente ha declinato l’invito proprio per testimoniare l’impossibilità di tradire la storia della Deledda: raccontarla senza censure, inquadrandola nel tempo in cui si consumò, con gli atti simbolici e la testimonianza quotidiana, oltre che per la forza delle sue opere, avrebbe in sé costituito un manifesto a cui non sarebbe stato necessario aggiungere sovrastrutture ideologiche o propagandistiche».
«Il professor Manca ha fatto la cosa giusta, anche se apprezzo che qualcuno, in uno Stato arabo – sottolinea il direttore artistico delle celebrazioni deleddiane –, abbia pensato a una lezione sulla figura della scrittrice nuorese, nel 150° della nascita, e la sua scelta rafforza la mia determinazione nel portare avanti il programma».
La scelta di Dubai e San Pietroburgo, infatti, ha una duplice valenza: «intercettare due eventi di grande impatto mediatico e altissimo profilo culturale e, appunto, testimoniare l’esempio dolcemente rivoluzionario di una donna che seppe essere forte, moderna, determinata, fuori dagli schemi, dando voce alla sensibilità sua e di quelli che nei sui romanzi e racconti hanno trovato sfogo alla propria sete di sapere. Farlo negli Emirati arabi, inseriti all’interno di una kermesse mondiale, nel corso della quale non ci saranno spazi per censure o “raccomandazioni”, e in Russia, in questo particolare momento storico, credo possa essere un modo appropriato, tra i tanti che vorremmo mettere in campo – chiude Anthony Muroni –, per celebrare la forza internazionale del lascito umano e culturale di Grazia Deledda».
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