Talana, non ha soldi per il mangime: consegna al Comune i suoi 700 maiali
Giusy Ferreli
Allevatore affida al sindaco le chiavi di un’azienda modello nella lotta alla psa: «Mi spettano 65mila euro di premi Ue ma in assessorato non rispondono»
31 gennaio 2022
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TALANA. «Questo è l’ultimo carico di mangime che posso permettermi. I premi comunitari che mi spettano non arrivano, l’assessorato regionale all’Agricoltura tace e io non so come dar da mangiare agli animali la cui sorte, d’ora in poi, è affare dell’amministrazione comunale».
L’ allevatore di Talana Stefano Arzu è un fiume in piena. Non smette di parlare neanche quando dal camion scarica un sacco di granturco e legumi e lo distribuisce ai maiali che gironzolano tranquilli nelle campagne di Arbuleu, la località nel territorio talanese dove, da anni, manda avanti un allevamento modello, certificato con tutti i crismi nel campo della biosicurezza contro la psa e del benessere animale. Questa è l’incombenza che gli spetta poco prima di recarsi in paese per consegnare i registri e le chiavi dell’azienda al sindaco del paese, Cristian Paolo Loddo. Avrebbe voluto dare tutto ai carabinieri ma, i militari che lo ricevono in caserma alle 10 in punto di una domenica soleggiata, non possono far altro che ascoltare il drammatico resoconto dell’allevatore e la preoccupazione del primo cittadino.
«L’ultima fornitura di mangime durerà non più di una decina di giorni, dopo di che altri dovranno trovare una soluzione al disastro favorito dall’inadempienza della Regione» asserisce Arzu che si trova a dover sfamare oltre 700 maiali tra adulti e lattonzoli, questi ultimi quasi tutti invenduti.
«Molte attività – racconta infuriato l’allevatore – sono ferme e nelle scorse festività natalizie ho venduto solo 49 maialetti a fronte dei 350 del periodo pre pandemia. Anche la vendita degli esemplari per vita, quelli da riproduzione, nel 2021 si sono limitati a 3 mentre gli scorsi anni erano 60, 70». Nel frattempo il costo del mangime continua a salire da 40 a 50 euro a quintale e l’unico ristoro che potrebbe consentirgli di tirare una boccata d’ossigeno stenta ad arrivare: l’ultimo contri-buto è del novembre 2020. «Con i 65mila euro dei fondi per il benessere animale e della Pac riuscirei a dar da mangiare ai maiali per un anno ma in assessorato continuano a non dare risposte. Per questo sono stato costretto a consegnare le chiavi dell’azienda al sindaco». L’alternativa? Finire nei guai lasciando liberi i suini o consentire che la natura faccia il suo corso.
Decisione che equivale a lasciare che gli animali, affamati, si sbranino tra loro. Chiamato in causa dall’iniziativa di Arzu il sindaco Loddo pensa ad un intervento immediato in grado, quantomeno, di tamponare questa emergenza che rischia di trasformarsi in un problema di sicurezza sanitaria.
«Il Comune sta pensando di anticipare una somma per l’acquisto del mangime. Devo verificare con la segretaria che questo passaggio si possa fare, nel frattempo segnalerò la situazione di Stefano e degli altri allevatori talanesi al prefetto di Nuoro» dichiara il primo cittadino, forte delle rassicurazioni dei carabinieri. «Il capitano ci ha assicurato che anche l’Arma si farà carico di segnalare il problema nelle dovute sedi» dice Loddo che, alla guida del picco borgo ogliastrino da pochi mesi, insiste su un ragionamento più articolato. «Questo è uno dei tanti segnali dell’allarme sociale che vive la nostra comunità. I tagli ai servizi ormai non si contano più e anche le attività in regola come quella di Arzu, che da mesi non riesce ad avere quanto gli spetta, non vengono supportate. Se i paesi dell’interno devono morire – è la sua conclusione – ce lo dicano chiaramente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ allevatore di Talana Stefano Arzu è un fiume in piena. Non smette di parlare neanche quando dal camion scarica un sacco di granturco e legumi e lo distribuisce ai maiali che gironzolano tranquilli nelle campagne di Arbuleu, la località nel territorio talanese dove, da anni, manda avanti un allevamento modello, certificato con tutti i crismi nel campo della biosicurezza contro la psa e del benessere animale. Questa è l’incombenza che gli spetta poco prima di recarsi in paese per consegnare i registri e le chiavi dell’azienda al sindaco del paese, Cristian Paolo Loddo. Avrebbe voluto dare tutto ai carabinieri ma, i militari che lo ricevono in caserma alle 10 in punto di una domenica soleggiata, non possono far altro che ascoltare il drammatico resoconto dell’allevatore e la preoccupazione del primo cittadino.
«L’ultima fornitura di mangime durerà non più di una decina di giorni, dopo di che altri dovranno trovare una soluzione al disastro favorito dall’inadempienza della Regione» asserisce Arzu che si trova a dover sfamare oltre 700 maiali tra adulti e lattonzoli, questi ultimi quasi tutti invenduti.
«Molte attività – racconta infuriato l’allevatore – sono ferme e nelle scorse festività natalizie ho venduto solo 49 maialetti a fronte dei 350 del periodo pre pandemia. Anche la vendita degli esemplari per vita, quelli da riproduzione, nel 2021 si sono limitati a 3 mentre gli scorsi anni erano 60, 70». Nel frattempo il costo del mangime continua a salire da 40 a 50 euro a quintale e l’unico ristoro che potrebbe consentirgli di tirare una boccata d’ossigeno stenta ad arrivare: l’ultimo contri-buto è del novembre 2020. «Con i 65mila euro dei fondi per il benessere animale e della Pac riuscirei a dar da mangiare ai maiali per un anno ma in assessorato continuano a non dare risposte. Per questo sono stato costretto a consegnare le chiavi dell’azienda al sindaco». L’alternativa? Finire nei guai lasciando liberi i suini o consentire che la natura faccia il suo corso.
Decisione che equivale a lasciare che gli animali, affamati, si sbranino tra loro. Chiamato in causa dall’iniziativa di Arzu il sindaco Loddo pensa ad un intervento immediato in grado, quantomeno, di tamponare questa emergenza che rischia di trasformarsi in un problema di sicurezza sanitaria.
«Il Comune sta pensando di anticipare una somma per l’acquisto del mangime. Devo verificare con la segretaria che questo passaggio si possa fare, nel frattempo segnalerò la situazione di Stefano e degli altri allevatori talanesi al prefetto di Nuoro» dichiara il primo cittadino, forte delle rassicurazioni dei carabinieri. «Il capitano ci ha assicurato che anche l’Arma si farà carico di segnalare il problema nelle dovute sedi» dice Loddo che, alla guida del picco borgo ogliastrino da pochi mesi, insiste su un ragionamento più articolato. «Questo è uno dei tanti segnali dell’allarme sociale che vive la nostra comunità. I tagli ai servizi ormai non si contano più e anche le attività in regola come quella di Arzu, che da mesi non riesce ad avere quanto gli spetta, non vengono supportate. Se i paesi dell’interno devono morire – è la sua conclusione – ce lo dicano chiaramente».
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