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Due focolai di Lingua blu a Nuoro: quattro carcasse tra Corte e Tuccurutai

di Alessandro Mele
Due focolai di Lingua blu a Nuoro: quattro carcasse tra Corte e Tuccurutai

Il primo caso isolato era stato registrato alla fine del mese di ottobre

06 novembre 2024
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Nuoro Tre carcasse di ovini nelle campagne di Corte, un’altra a Tuccurutai, a Nuoro adesso ci sono due focolai di Lingua blu. Si, perché anche il primo caso isolato registrato in città alla fine del mese di ottobre, dopo tanti anni dall’assenza del virus nel capoluogo della Barbagia, era stato segnalato nello stesso allevamento, di quello registrato avantieri, 4 novembre 2024, a Tuccurutai. A Corte, invece, un altro caso isolato era stato registrato lo scorso 24 ottobre. Quattro giorni dopo, un altro ancora in un’area non precisata dell’agro del Comune.

In entrambe i casi, come si apprende dall’ordinanza che regolamenta lo smaltimento delle carcasse pubblicata ieri, 5 novembre, sul sito web del Comune di Nuoro, gli animali risultano morti da diversi giorni, ragione per la quale non è possibile smaltire i resti tramite combustione ma solo attraverso interramento e con delle regole precise.

Tra le regole da rispettare, sancite dalla Comunità europea in riferimento alla Lingua blu, c’è anche quella che obbliga il proprietario dei rispettivi allevamenti a smaltire l’ovino mediante infossamento in area privata e sotto il controllo di un ufficiale del servizio Veterinario della Asl. L’ordinanza comunale indica anche le modalità. La fossa deve essere localizzata in una posizione distante almeno cento metri da corsi d’acqua, bacini idrici o pozzi ed in ogni caso realizzata in modo tale da scongiurare il rischio di inquinamento idrico.

Qualora non si tratti di terreno roccioso o recintato, deve avere anche alcune caratteristiche precise, tra le quali una profondità di almeno due metri. La carcassa del capo di bestiame infetto, deve essere poi coperta da almeno un metro di terra. Sia il fondo della sepoltura che i resti dell’animale devono preventivamente essere cosparsi di idrossido di calcio.

L’allevatore, secondo le normative vigenti in materia di sicurezza, è obbligato a fornire un’attestazione dell’esecuzione dell’intervento e dell’osservanza delle diverse prescrizioni, producendo anche una planimetria georeferenziata e documentazione fotografica del sito individuato.

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