La Nuova Sardegna

Nuoro

La rassegna

Olzai, la capitale italiana dell’incisione apre le finestre della Barbagia al mondo

di Luciano Piras
Olzai, la capitale italiana dell’incisione apre le finestre della Barbagia al mondo

Trentasei artisti italiani e stranieri alla Biennale. Mostra nella Casa Mesina Cardia

4 MINUTI DI LETTURA





Inviato a Olzai «Ma Olzai dov’è?». «È al centro della Sardegna». «Ma là che c’è?». «Sarà una sorpresa». A fare le domande è Gianfranco Schialvino, pittore e incisore arrivato nel cuore della Barbagia dalle montagne del Piemonte canavese. A rispondere è il suo amico toscano di Firenze Nicola Micieli, docente e critico d’arte. Entrambi classe 1948, Micieli è di casa a Olzai ormai da tempo. Schialvino, invece, è soltanto da qualche anno che ha messo piede nella capitale italiana dell’incisione. Olzai, appunto. Poco meno di 800 abitanti residenti, 474 metri sul livello del mare, ultime propaggini occidentali del Gennargentu. È qui, in questo paesino di granito e lecci secolari, che arriva la sorpresa. Basta affacciarsi nella massiccia e maestosa Casa Mesina Cardia, pieno centro storico, via canonico Fancello, a pochi passi dal palazzo municipale, per immergersi nel mondo senza frontiere dell’arte incisoria. È questa dimora padronale con affreschi ottocenteschi in stile liberty che ospita la IV Biennale dell’incisione italiana “Carmelo Floris”, direzione artistica di Enrico Piras, a cura di Chiara Manca.

Ad accoglierti trovi l’operatrice museale Silvia Saba, della cooperativa Pintadera. A fare da Cicerone c’è Simonetta Guiso, responsabile del settore Cultura del Comune. L’ingresso è riservato alle origini della scommessa. Anno 1982. Sindaco, allora, era Franco Mussoni. Olzai in pieno fermento, con la Sagra della satira, il Premio di poesia “Diego Mele”, la rassegna di teatro, il Premio di grafica e fotografia. Organizzavano l’Associazione culturale “Grazia Dore”, Bachisio Porru presidente, e il Comune. Alle pareti di Casa Mesina Cardia ci sono alcune testimonianze di quel lievito madre. Sono opere provenienti dalla “Tre giorni di pittura”, che ora aprono alla Biennale. Sali le scale, infatti, e allora sì, si spalanca la sorpresa. Mentre i corridoi sono riservati a una selezione di incisioni dello stesso Enrico Piras, degli anni Settanta e Ottanta, gli stanzoni ospitano 72 opere, due di ognuno dei 36 artisti coinvolti in questa quarta edizione della Biennale: Salvatore Atzeni, Gino Bacchiddu, André Beuchat, Claudia Cabras, Malgorzata Chomicz, Elisa Cornacchia, Alessandra Cossu, Giampaolo Dal Pra, Fausto De Marinis, Angelo De Santis, Giovanni Dettori, Fernando Di Stefano, Renzo Galardini, Renato Galbusera, Vincenzo Gatti, Gabriella Locci, Davide Manca, Leonardo Marenghi, Marcela Alcira Miranda, Guido Navaretti, Claudio Olivotto, Maria Antonietta Onida, Maristella Pau, Paolo Petró, Vincenzo Piazza, Giovanni Sanna, Daniela Savini, Gianfranco Schialvino, Nicolino Sirigu, Roberto Stelluti, Laura Stor, Pierangelo Tieri, Giovanni Timpani, Marco Useli, Gianni Verna, Man Zhuang. Italiani e stranieri, comunque tutti residenti in Italia, a Mantova, Pisa, Milano, Torino, Vicenza, Brescia, Bressanone, come a Usellus, Sassari, Nuoro e Orroli. Unica eccezione la cinese di Shanghai Man Zhuang.

«A guardare il complesso delle opere pervenute, si nota rispetto al passato – spiega Piras –, un progressivo avvicinamento ai nostri tempi sia per quanto riguarda i contenuti, sia per le tecniche usate dagli incisori». «Gli acquafortisti e gli xilografi presenti hanno raggiunto un altissimo livello sia artistico che tecnico» ha scritto nel catalogo che accompagna la mostra. Inaugurata lo scorso 19 ottobre, l’esposizione andrà avanti fino al 31 marzo, salvo proroghe, visto il successo e le scolaresche che vi stanno facendo tappa (nei prossimi giorni arriveranno gli studenti del Liceo artistico “Francesco Ciusa” di Nuoro). «L’amministrazione comunale – ha sottolineato all’apertura la sindaca del paese, Maddalena Agus – è orgogliosa di portare avanti il progetto di Enrico Piras della Biennale di incisione italiana di Olzai. Un progetto cresciuto negli anni, che vede coinvolti artisti di nota fama nazionale e internazionale. Abbiamo aperto le porte della Biennale anche al primo studente dell’Accademia “Mario Sironi” di Sassari e siamo molto contenti di questa proiezione verso il futuro e le nuove generazioni».

Messa in piedi con il contributo della Regione Sardegna, il patrocinio di Bim Taloro, Unione dei Comuni di Barbagia, il Museo Man e Distretto culturale del Nuorese, in collaborazione con l’Associazione nazionale incisori contemporanei, l’Accademia di belle arti “Mario Sironi” e il Conservatorio “Luigi Canepa”, la manifestazione prevede la selezione di una delle due opere di ciascun artista da destinare alla Pinacoteca comunale. La scelta è affidata al direttore artistico e al Comitato scientifico composto da Maria Luisa Frongia, Chiara Gatti e Nicola Micieli. «È volontà dell’Amministrazione – ha detto ancora la sindaca Agus – percorrere costantemente la strada della cultura, siamo certi che i frutti di questa semina verranno raccolti anche negli anni a venire da chi guiderà Olzai dopo di noi». «La cultura – ha rimarcato Ivano Iai, presidente del “Canepa” di Sassari – non è solo un bene comune: è il bene comune più resistente».

Primo piano
Il funerale

Straziante addio a Natalie, morta a 8 anni dopo l’intervento alle tonsille – VIDEO

di Leonardo Arru
Le nostre iniziative