Al San Francesco ci sono i primari: in Senologia chirurgica arriva da Sassari Rita Nonnis
Stabilizzati i ruoli apicali, i reparti registrano forti sofferenze: mancano ancora troppi medici
Nuoro Delle 31 strutture complesse degli ospedali San Francesco e Cesare Zonchello, 28 hanno ora un direttore. Questo avviene dopo anni in cui la mancanza di figure apicali stabili tra dipartimenti e strutture complesse, aveva creato incertezza nella programmazione delle attività e inciso anche nella minore attrattività esercitata dagli ospedali di Nuoro nei confronti dei medici. Negli ultimi due anni alcune dirigenti che reggevano da anni le strutture complesse, in qualità di facenti funzioni, hanno assunto il ruolo a pieno titolo: ad esempio, Maria Cristina Monni per la Pneumologia e Angelo Palmas per la Ematologia, centro trapianti di midollo e laboratorio specialistico. In altri casi si è trattato di “innesti” da altre realtà isolane e non solo, come nel caso della Cardiologia (Unità di terapia intensiva cardiologica), con l’arrivo da Sassari di Mauro Pisano, e, per la Chirurgia d’urgenza, Claudio Feo, dalle cliniche universitarie di Sassari. Caselle coperte anche nell’ambito dei direttori dipartimentali: erano 11, sono appena diventati 12 con la nomina di Rita Nonnis alla giada della senologia chirurgica.
«Certamente è un dato importante, abbiamo ancora delle caselle vuote nell’ambito dei dirigenti per via di alcuni pensionamenti. È il caso di Ortopedia, Anatomia patologica e del Laboratorio di analisi», dice il direttore generale dell’Asl 3 Paolo Cannas. Nel 2022, anno del suo arrivo, erano appena una decina i primari stabilizzati. Se questo elemento è fondamentale per la programmazione delle attività del San Francesco, resta il nodo ancora irrisolto della carenza degli organici. A oggi la scopertura è importante: mancano decine di medici. I reparti sono in sofferenza, in alcuni casi l’attività si deve bloccare nel fine settimana. È il caso dell’Ortopedia, dove dal venerdì sera si chiude e i pazienti ricoverati vengono smistati negli altri reparti per poter proseguire le terapie. Si fanno soltanto le consulenze per il Pronto soccorso.
«Non può che essere così, attualmente gli ortopedici in servizio sono quattro, dopo l’arrivo dal primo marzo di un altro professionista – dice Cannas –. Il primario è da poco andato in pensione. Ma in tutto dovrebbero essere otto medici e il primario». E la situazione è persino migliorata: un anno fa in servizio c’era il solo direttore e una specializzanda. Due medici in tutto. Ci sono anche casi diametralmente opposti, ovviamente. Come per l’Urologia, dove un anno fa erano in servizio soltanto quattro medici e ora sono dieci, ai quali si aggiunge il primario. Una configurazione che sta consentendo anche le trasferte per gli interventi al San Camillo di Sorgono.
«Non posso negare che ci sia una sofferenza generalizzata, ma non riusciamo letteralmente a trovare medici. Questo vuol dire che dobbiamo fare bene con le risorse che abbiamo», dice ancora Cannas. «È innegabile però che il clima, dovuto all’arrivo di tanti medici, sia più sereno. E che si stia facendo strada la consapevolezza che investire a Nuoro sul proprio percorso professionale abbia un valore», conclude Cannas.