La Nuova Sardegna

Il caso

Lavoro in cambio di voti, ecco chi è Maria Immacolata Orrù: tutte le inchieste

di Nadia Cossu
Lavoro in cambio di voti, ecco chi è Maria Immacolata Orrù: tutte le inchieste

Coinvolti il fratello Marcello e il marito. Nel 2023 l’ultimo caso archiviato dal gip

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Sassari Il nome di Maria Immacolata Orrù è finito in passato anche nei fascicoli della Procura della Repubblica di Sassari. L’ultimo procedimento che la riguarda nella veste di imputata, legato a un presunto caso di circonvenzione di incapace, è ancora aperto. Nel 2012, invece, era finita davanti al giudice per truffa ai danni dell’Inps. Era stato infatti accertato che tra il 2007 e il 2008 i soldi che l’istituto di previdenza versava a una casa di riposo di Platamona (di cui la Orrù era responsabile) per sostenere i dipendenti nei giorni di malattia, sarebbero rimasti nelle casse del datore di lavoro. Nonostante quelle stesse giornate venissero detratte in busta paga.

Ma la vicenda forse più eclatante ha a che fare con un’altra inchiesta per truffa e voto di scambio condotta dalla guardia di finanza di Sassari nel 2018. Inchiesta che – va precisato – si è conclusa con un’archiviazione disposta a novembre del 2023 dal gip Gian Paolo Piana. Sette anni fa, sotto la lente di ingrandimento della magistratura – che aveva coordinato le indagini delle Fiamme gialle – erano finite filiali della Banca etica cattolica internazionale in realtà mai decollate, così come corsi di formazione pagati con un acconto e frequentati con un obiettivo di tutto rispetto: il posto di lavoro. Circa ottocento – secondo le indagini della guardia di finanza di Sassari – sarebbero state le vittime di quella che la Procura della Repubblica aveva individuato – almeno inizialmente – come una truffa. In alcuni casi la promessa di un’occupazione sarebbe avvenuta attraverso l’indicazione/suggerimento di un voto elettorale. Ma il posto di lavoro non sarebbe mai arrivato e così erano partite le prime denunce cui avevano fatto seguito gli accertamenti degli inquirenti.
L’inchiesta all’epoca si era concentrata in particolare su una società – con sede in via Milano a Sassari – alla cui costituzione avevano partecipato diversi soggetti che avevano acquistato delle quote diventando così soci effettivi. L’attività investigativa aveva avuto come prima conseguenza l’iscrizione nel registro degli indagati di quattro persone, ossia coloro che erano stati ritenuti promotori di quella società nella quale alcuni ricoprivano ruoli di vertice.
Tra questi c’erano Marcello Orrù, all’epoca consigliere regionale del Gruppo Sardegna e presidente del Movimento cristiano forza popolare, sua sorella Maria Immacolata (difesa anche in quel caso dall’avvocato Giancarlo Frongia) e il marito di lei Giancarlo Serra, allora consigliere comunale a Sassari del Partito dei Sardi. Il quarto indagato era uno che nel 2005 era stato candidato con l’Udeur come rappresentante di circoscrizione. A vario titolo erano stati accusati di truffa in concorso e di aver promesso posti di lavoro in cambio di voti elettorali.
I corsi di formazione prevedevano la frequentazione di cicli di lezioni per poter un domani ricoprire incarichi ben precisi nelle filiali della Banca che, a detta degli organizzatori, sarebbero state dislocate in tutta Italia. Posti da usciere, commesso, addetto alla sorveglianza, impiegato allo sportello. Ma, terminate le lezioni formative – sempre stando alle indagini – il tempo passava e del posto di lavoro nessuno avrebbe parlato più. Circostanza, questa, che aveva spinto diverse persone a voler vederci chiaro. E per questo si erano rivolte alla magistratura. Le indagini, però, per il gip di Sassari non avrebbero accertato alcuna responsabilità penale a carico dei quattro indagati. Da qui l’archiviazione del procedimento.

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