La Nuova Sardegna

Olbia

Curragghja, tra commozione e ricordi

di Angelo Mavuli
Curragghja, tra commozione e ricordi

Tantissimi bambini alla toccante cerimonia sulla collina. Corone d’alloro per i nove morti dell’incendio del 1983

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TEMPIO. La giornata della “Memoria e dell’impegno”, come a Tempio viene indicata la giornata del il 28 luglio, è stata celebrata in città con una serie di eventi solenni che si sono aperti sulla collina di Curragghja, luogo della tragedia di 31 anni fa, con la deposizione di una corona di alloro e si sono chiusi in tarda serata al Teatro del Carmine con una narrazione teatrale basata su riflessioni, scritte da don Antonio Tamponi, parroco della cattedrale, intervallate dalle perfomance di artisti di diversa estrazione musicale provenienti da diverse parti dell’Isola.

Alla cerimonia sulla collina di Curragghja erano presenti tutte le autorità militari e civili, sindaci del territorio e molta gente fra cui tantissimi bambini che in silenzio, seduti ai bordi della strada, hanno guardato curiosi il picchetto della Forestale e quanto accadeva attorno a loro. Hanno cantato l’Inno nazionale all’alza bandiera e ascoltato gli interventi istituzionali che parlavano di impegno per l’ambiente. A voce alta, quasi urlandolo, hanno risposto “presente” quando lo speaker della forestale ha fatto l’appello dei nove caduti. (Claudio Migali (vigile urbano), Diego Falchi (maresciallo forestale), Gigi Maisto (operaio), Mario Ghisu (operaio di Alà dei Sardi), Nino Visicale (impiegato), Salvatore Pala(brigadiere forestale), Silvestro Manconi(operaio),Tonino Manconi (segretario Comunità Montana) e Tonuccio Fara (operaio). Poco lontano dal monumento, i parenti, le mogli, i figli, i nipoti dei caduti. Accanto a loro i feriti che portano impresse, nell’anima e nel corpo i segni di quella orribile giornata del 28 luglio del 1983. Dignitosissimi nel loro dolore, gratificati da diversi anni ormai, della medaglia d’oro al valore civile, ancora oggi soffrono per le pene di allora ma soprattutto per l’inutilità di quelle morti e di quelle sofferenze. «Ancora oggi - dice uno dei feriti -, la piaga degli incendi continua a devastare la nostra terra. Evidentemente i nostri morti e le nostre ferite non sono riusciti a scalfire la coscienza dei piromani»

In cattedrale, durante la messa celebrata da don Antonio Tamponi, arrivano dallo stesso ammonimenti severi nei confronti di tutti. Prendendo lo spunto dalle letture del giorno, il parroco invita a leggere la ricorrenza da una angolatura particolare. « Il 28 luglio non è una ricorrenz, da ricordare stancamente, fatta tanto per fare, quasi fosse un dovere ineluttabile. Il 28 luglio deve trasformarsi in lezione di vita per l’intero anno. Non dobbiamo mollare le cime - ha esortato il sacerdote -, dobbiamo essere uomini di buona volontà. Dobbiamo impiegare ancora oggi quel lievito che ci arriva dal gesto generoso dei nove caduti. Un popolo che non ricorda, non è un popolo. A mausoleo cittadino è stata depositata un’altra corona di fiori; l’inaugurazione del murales realizzato dai ragazzi del liceo artistico De Andrè e la Narrazione teatrale hanno concluso la giornata della “Memoria e dell’impegno”.

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