La Nuova Sardegna

Olbia

Mazzaroppi: contro di me solo illazioni

di Marco Bittau
Mazzaroppi: contro di me solo illazioni

L’ex presidente del tribunale di Tempio, indagato, replica all’accusa di aver favorito figlia e genero nell’acquisto della casa

26 gennaio 2018
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OLBIA. Per l’accusa è il “potente presidente” grande manovratore delle presunte aste pilotate nel tribunale di Tempio. Lui, Francesco Mazzaroppi, non batte ciglio e ribatte colpo su colpo. L’ex presidente del tribunale di Tempio ed ex presidente della corte d’appello di Sassari è indagato nell’inchiesta romana sulle aste giudiziarie. Esattamente è accusato di turbativa d’asta per aver favorito l’acquisto a prezzo stracciato di Villa Ragnedda, a Baia Sardinia, da parte della figlia Chiara e del genero Andrea Schirra, entrambi magistrati, pure loro indagati dalla Procura di Roma.

«Non sono preoccupato per tali illazioni e congetture – dice l’ex presidente, assistito dall’avvocato Franco Luigi Satta – ma certamente addolorato per le conseguenze che il diffondersi delle notizie riguardanti l’indagine avviata dalla Procura romana, sebbene su input di quella tempiese, provocano nell’opinione pubblica, indotta a ritenere che buona parte dei magistrati appartenenti o appartenuti al tribunale di Tempio abbia violato gravemente i propri doveri di terzietà e imparzialità, allo scopo precipuo di favorire i miei congiunti nell’acquisto del cespite già di proprietà della Rebus srl. Tutto ciò provoca grave e incalcolabile danno alla amministrazione della giustizia e, in particolare, impedisce che i pochi giudici rimasti nel tribunale di Tempio possano lavorare con la dovuta serenità e la necessaria fiducia da parte dei cittadini».

Nel merito dell’inchiesta romana entra invece l’avvocato Franco Luigi Satta. «In attesa che gli inevitabili sviluppi processuali in sede giurisdizionale – dice il difensore – chiariscano che nessuno dei soggetti coinvolti ha commesso atti o fatti censurabili, tantomeno in sede penale, e nella fiducia che le istituzioni che il dottor Mazzaroppi ha fedelmente e autorevolmente servito per quarant’anni, facciano definitiva chiarezza, non ci si può esimere dal respingere al mittente l’etichetta di “potente presidente” supposto coordinatore di trame finalizzate a favoritismi e veri e propri imbrogli, non senza aver segnalato quantomeno gli aspetti meramente temporali della vicenda». «Il bene compravenduto, e non la villa, come si vedrà – afferma l’avvocato Satta – è stato pignorato nel 2010, sottoposto ad accertamento peritale nel 2013, venduto all’asta nel 2016. Ebbene, il “potente presidente” era stato già trasferito alla corte d’appello di Sassari nel 2009 e in tutti questi anni non ha mai avuto contatto alcuno con il giudice delle esecuzioni, tantomeno con il perito Ermanno Giua che neppure conosce. Così come non lo conoscono sua figlia Chiara e suo genero Andrea Schirra. Come la guardia di finanza ha accertato, su mandato dei magistrati inquirenti, i due giovani, che peraltro hanno intrapreso un comune progetto di vita assai più tardi rispetto alla data della perizia Giua, per cui l’interesse all’acquisto dell’appartamento è anch’esso di alcuni anni successivo alle presunte inesattezze del perito, hanno pagato il prezzo con mezzi finanziari di loro esclusiva pertinenza, essendosi aggiudicati il bene nel pieno rispetto delle regole processuali e tramite un avvocato, proprio per evitare che il cognome della giovane potesse recare in qualche modo imbarazzo alcuno al giudice». «A dispetto delle improvvide valutazioni a distanza operate dalla presidente cagliaritana Maria Grazia Corradini – così l’affondo dell’avvocato Satta – il bene subastato è un appartamento, come tale accatastato, e non una villa, essendo interamente intercluso in un terreno appartenente a una società diversa dalla esecutata Rebus». «Il consulente del pubblico ministero tempiese, forse perché proveniente dalla Calabria – aggiunge il difensore – ha ignorato che esso, costruito nel 1963 e in stato di conservazione generosamente definito mediocre dal perito Giua, era privo di allaccio idrico e fognario ed era dotato di impianto elettrico totalmente fuori norma». «Infine – l’ultimo affondo di Franco Luigi Satta – non si comprende per quale mai ragione il dottor Mazzaroppi, nella sua qualità di presidente della corte d’appello sassarese, sarebbe stato tenuto ad astenersi in sede di reclamo contro la dichiarazione di fallimento della società ‘’Cavallino bianco’’ che non era proprietaria della ‘’villa’’ né in alcun modo coinvolta in controversie riguardanti la Rebus srl e la procedura di vendita all’asta. Meno ancora si comprende come tale circostanza possa essere ritenuta rilevante con riferimento alla contestata aggiudicazione del bene e come sia consentito a qualsiasi magistrato, se non alla luce di una medioevale cultura del sospetto, evocare vetusti “esposti” a carico del mio assistito, evidentemente tanto infondati da essere stati archiviati senza che l’interessato ne abbia, a tutt’oggi, mai avuto conoscenza. Per fortuna il Medioevo è passato da un pezzo e almeno chi sarà chiamato a giudicare non potrà non prenderne atto».

@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVATA



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