Turismo in Gallura, a rischio ottanta milioni
di Claudio Inconis
I venti di guerra in Ucraina danneggiano il nord est della Sardegna. Vertice ad Arzachena con sindacati e associazioni di imprese
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ARZACHENA. Uniti a chiedere tutela per tutto il territorio. È uno schieramento compatto che unisce tutte le parti in causa quello che si è presentato ad Arzachena per esprimere la profonda preoccupazione sul futuro della prossima stagione turistica, dopo che le nubi nere che si stanno addensando sull’est Europa hanno iniziato a far capolino di rimando sulla Gallura. Le ricadute della guerra tra Russia e Ucraina stanno assumendo contorni preoccupanti per l'economia locale. Ad accendere immediatamente i riflettori sull'emergenza in arrivo è Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena, che segnala: «La situazione è seria, c'è preoccupazione perché parliamo di centinaia di buste paga e famiglie che rischiano d'essere messe in ginocchio. Chiediamo la massima attenzione sia dal governo centrale che da quello regionale, bisogna ricordare che in questo territorio lavora tutta la Sardegna».
Non solo Costa Smeralda. La capitale della Costa Smeralda, infatti, è solo la punta dell'iceberg vista la presenza d'interessi russi su tutto il territorio regionale e di lavoratori stagionali provenienti da tutta l'isola nei mesi estivi, così amministrazione e parti sociali hanno sottoscritto un documento unitario chiedendo la massima attenzione da Regione e Governo. Le perdite - A far la conta dei danni è il presidente di Federalberghi Sardegna Paolo Manca: «Riferito al turismo russo parliamo di una presenza percentuale del 1.5%, circa 220 mila persone, ma con una capacità di spesa pari a 40 milioni alla voce ospitalità e altri 40 per l'indotto, che arriva a cifre ancora maggiori coi vari servizi. La situazione globale avrà sicuramente ripercussioni sulla stagione turistica e, sommata alle due precedenti, rischia di rendere molto difficile la sopravvivenza di tante attività».
L’allarme lavoro. Ma l'assenza dei turisti russi non è l'unico effetto della guerra in atto: si pensi ai posti di lavoro di tutte le attività legate alla presenza dei visitatori sul territorio, che temono il licenziamento o la mancata assunzione, come segnalano i rappresentanti sindacali: «Lavoratori che si trovano in un limbo in cui non sanno quale sarà il loro futuro e su cui potrebbe essere importante prevedere dei sussidi specifici. Siamo uniti e intendiamo agire tempestivamente chiedendo garanzie, come già fatto da altre regioni italiane», evidenziano Mirlo Idili, segretario Cisl, Luisa Di Lorenzo della Cgil e Federico Fadda della Uil. Le imprese. Ripercussioni - Infine, ma l’ordine è solo nella relazione causa-effetto non certo d’importanza, l’enorme incertezza geopolitica attuale ha di colpo fermato le prenotazioni per l'estate, e a tutto questo si aggiunge il caro energetico dovuto all'aumento del costo delle materie prime, che creerà un ingente danno economico sulle aziende e rischia di essere il colpo di grazia di questa estate, come evidenziano i rappresentanti delle categorie, Nino Seu per Confcommercio e coordinatore del Tavolo associazioni della Gallura, Federico Fadda per Confartigianato, Marina Deledda di Cna Gallura e Gino Salaris, Confapi: «Rispettiamo la situazione generale ma ci saranno ripercussioni per il nostro territorio e le imprese, che proprio all'inizio della stagione si trovano senza commesse e senza certezze per pianificare. Questa condizione generale in questo momento rischia di metterci in ginocchio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Non solo Costa Smeralda. La capitale della Costa Smeralda, infatti, è solo la punta dell'iceberg vista la presenza d'interessi russi su tutto il territorio regionale e di lavoratori stagionali provenienti da tutta l'isola nei mesi estivi, così amministrazione e parti sociali hanno sottoscritto un documento unitario chiedendo la massima attenzione da Regione e Governo. Le perdite - A far la conta dei danni è il presidente di Federalberghi Sardegna Paolo Manca: «Riferito al turismo russo parliamo di una presenza percentuale del 1.5%, circa 220 mila persone, ma con una capacità di spesa pari a 40 milioni alla voce ospitalità e altri 40 per l'indotto, che arriva a cifre ancora maggiori coi vari servizi. La situazione globale avrà sicuramente ripercussioni sulla stagione turistica e, sommata alle due precedenti, rischia di rendere molto difficile la sopravvivenza di tante attività».
L’allarme lavoro. Ma l'assenza dei turisti russi non è l'unico effetto della guerra in atto: si pensi ai posti di lavoro di tutte le attività legate alla presenza dei visitatori sul territorio, che temono il licenziamento o la mancata assunzione, come segnalano i rappresentanti sindacali: «Lavoratori che si trovano in un limbo in cui non sanno quale sarà il loro futuro e su cui potrebbe essere importante prevedere dei sussidi specifici. Siamo uniti e intendiamo agire tempestivamente chiedendo garanzie, come già fatto da altre regioni italiane», evidenziano Mirlo Idili, segretario Cisl, Luisa Di Lorenzo della Cgil e Federico Fadda della Uil. Le imprese. Ripercussioni - Infine, ma l’ordine è solo nella relazione causa-effetto non certo d’importanza, l’enorme incertezza geopolitica attuale ha di colpo fermato le prenotazioni per l'estate, e a tutto questo si aggiunge il caro energetico dovuto all'aumento del costo delle materie prime, che creerà un ingente danno economico sulle aziende e rischia di essere il colpo di grazia di questa estate, come evidenziano i rappresentanti delle categorie, Nino Seu per Confcommercio e coordinatore del Tavolo associazioni della Gallura, Federico Fadda per Confartigianato, Marina Deledda di Cna Gallura e Gino Salaris, Confapi: «Rispettiamo la situazione generale ma ci saranno ripercussioni per il nostro territorio e le imprese, che proprio all'inizio della stagione si trovano senza commesse e senza certezze per pianificare. Questa condizione generale in questo momento rischia di metterci in ginocchio».
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