La Nuova Sardegna

Olbia

Morto l’uomo dato alle fiamme dal vicino

di Tiziana Simula
Morto l’uomo dato alle fiamme dal vicino

Tony Cozzolino non ce l’ha fatta, era stato aggredito da Davide Iannelli che ora dovrà rispondere dell’accusa di omicidio

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OLBIA. Alla fine il suo cuore ha ceduto. Tony Cozzolino non ha avuto scampo alle gravissime ustioni riportate nell’aggressione subita dal suo vicino di casa: è morto ieri alle 6 del mattino, dopo aver lottato per nove giorni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sassari. Le sue condizioni si erano ulteriormente aggravate nelle ultime ore. Aveva subito due interventi, ma i suoi polmoni erano gravemente compromessi. Il filo di speranza a cui era aggrappata la sua vita si è spezzato per sempre alle prime luci di ieri, mettendo fine a una lunga agonia. Il 49enne olbiese era stato dato alle fiamme dal vicino di casa, l’11 marzo scorso. L’aggressione era avvenuta sotto la palazzina di via Petta, dove abitavano entrambi: al culmine di un ennesimo litigio, Davide Iannelli, 48 anni, gli aveva rovesciato addosso una bottiglia piena di benzina e aveva appiccato il fuoco col suo accendino. Si era poi costituito alla polizia, ammettendo le sue responsabilità. Da allora si trova rinchiuso nel carcere di Bancali. Fino a ieri con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Ora l’imputazione si aggrava: dovrà rispondere di omicidio.

È l’epilogo assurdo e terribile di un rapporto di vicinato tormentato da anni da minacce, denunce, dissidi e odio reciproco. Una convivenza tra condòmini ad alta tensione. Erano frequenti nelle case popolari di via Petta gli interventi delle forze dell’ordine per sedare le forti tensioni esistenti. Diverse le denunce presentate dai due vicini di casa (entrambi con precedenti di polizia), ma anche da altre persone che abitano o abitavano nella palazzina. Di sicuro, però, nessuno si aspettava che si arrivasse a tanto.

Che cosa sia accaduto di preciso la mattina dell’11 marzo, che cosa abbia scatenato l’ennesimo acceso litigio tra i due, ancora non è chiaro. Ma Iannelli e Cozzolino hanno certamente discusso animatamente e sono venuti anche alle mani, e ciò è stato riferito dallo stesso Iannelli quando si è costituito in commissariato.

Erano sotto casa. Tutto è accaduto nel giro di pochissimi minuti. Al culmine dell’ennesima lite, Iannelli ha tirato fuori una bottiglia piena di benzina e l’ha svuotata addosso a Cozzolino. Poi ha preso il suo accendino e ha acceso il fuoco. In un attimo le fiamme hanno avvolto il suo corpo, bruciando abiti e pelle, dalla vita in sù. Il 49enne è corso verso la strada per chiedere aiuto. È stato soccorso dall’autista di un bus dell’Aspo, Antonio Dessena, fermo al capolinea. Con prontezza ha afferrato l’estintore che si trovava a bordo del mezzo e gliel’ha scaricato addosso, spegnendo le fiamme.

Tony Cozzolino era ancora cosciente quando sono arrivati gli operatori del 118. Trasportato d’urgenza a Sassari, è subito finito in rianimazione. Le sue condizioni sono apparse immediatamente gravissime. Con ustioni di secondo e terzo grado al volto, collo, braccia e spalle e anche alle vie respiratorie, a causa dell’inalazione della fiammata. Per nove giorni ha lottato tra la vita e la morte.

Proprio l’altro ieri, sua moglie Magdalena Murawska, assistita dagli avvocati Giampaolo Murrighile e Antonio Fois, aveva denunciato attraverso le pagine della Nuova Sardegna di vivere nel terrore dopo quello che era accaduto al marito. «Non mi sento protetta», aveva detto riferendosi al fatto che nella stessa palazzina di via Petta dove lei sta col suo bambino, vive anche la famiglia dell’aggressore.

Nell’interrogatorio di garanzia, Davide Iannelli, difeso dagli avvocati Cristina e Abele Cherchi, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ma di fatto aveva già ammesso le sue responsabilità quando si era costituito alla polizia, a cui avrebbe raccontato di aver subito continuamente minacce e provocazioni da parte del suo rivale e di essere venuti anche alle mani, quel giorno.

Sul caso continua a indagare la squadra anticrimine della polizia di Olbia, guidata dal commissario Lino Collu e coordinata dal vice questore Fabio Scanu.

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