La Nuova Sardegna

Olbia

La storia

Buddusò, dopo 70 anni chiude la storica edicola Chessa

di Antonietta Marroni

	Maria Pina Chessa da bambina insieme alla zia Lucia
Maria Pina Chessa da bambina insieme alla zia Lucia

I ricordi della titolare: «Il primo giornale venduto in braccio a mio padre. Avevo 5 anni».

30 settembre 2024
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Buddusò. «A cinque anni, in braccio a mio padre, ho venduto la mia prima copia della Nuova Sardegna». È una lunga storia d’amore e di lavoro quella dell’edicola Chessa, che l’altro ieri ha chiuso i battenti dopo oltre settant'anni di attività nel corso Vittorio Emanuele, a Buddusò. Una pagina di storia che parte da Salvatorico Chessa, figlio di un cantoniere originario di Bonnannaro che per lavoro si era trasferito a “Su Monte Ladu”, sulla strada tra Alà dei Sardi e Buddusò. Da ragazzo, “Foriccu” si era stabilito a Buddusò che lo aveva praticamente adottato. La sua intraprendenza e laboriosità ben si adattavano all’animo dei buddusoini, di cui divenne amico e fratello. Faceva il barbiere nel Corso, ma non si accontentava e aveva finito per riempire la bottega di tutto ciò che la sua abilità di commerciante gli suggeriva. A cominciare dai giornali. Così negli anni era diventato un punto di riferimento per la comunità interessandosi di politica e di calcio, partecipando attivamente alla costituzione della gloriosa squadra di cui fu uno dei primi dirigenti.

Questo ragazzo, da solo, lontano dai suoi familiari, era riuscito a diventare un uomo conosciuto in tutto il circondario affiancando all’attività di bottega, quella di agente di commercio per diversi prodotti, ad esempio il caffè. Inoltre, amava le auto, in particolare le Alfa Romeo, e anche di questa passione fece un lavoro. Solare, aperto e gioioso, si era circondato ben presto di tanti amici in un’epoca in cui il senso del termine aveva un peso differente a quello che ha oggi. Racconta la figlia, Maria Pina: «La mia edicola chiude dopo oltre settant'anni di ininterrotta attività e desidero ringraziare da parte mia e di mia zia Lucia tutti i buddusoini che in questi lunghi anni hanno permesso alla nostra attività di lavorare. Ringraziamo chiunque ha varcato la soglia della nostra edicola e il negozio, tutti i bambini che la domenica dopo la messa correvano a comprare le figurine, tutti gli anziani e i tanti giovani che per anni hanno acquistato da noi il loro quotidiano preferito. Molti ora non sono più tra noi, ma tutti sono sempre rimasti nei nostri ricordi e fra le nostre preghiere.

«La nostra attività – continua sul filo della commozione – è nata dall'ingegno e dall'ardire di un ragazzo bonnannarese, Salvatorico, che la comunità di Buddusò ha abbracciato come un figlio, stimandolo e apprezzandolo. Fu mio padre ad aprire l’edicola e sabato 29 settembre sono stata io a chiuderla. Quarant'anni fa mio padre morendo lasciò l'attività a mia zia Lucia che l'ha portata avanti e fatta crescere con tanta buona volontà e fierezza. Abbiamo gestito insieme l'attività per molti anni senza fare neppure un giorno di chiusura per ferie. La ringrazio infinitamente. Ora io e lei vogliamo dire grazie tutti i nostri clienti per averci permesso di lavorare e ottenere grandi soddisfazioni. Accettiamo i tempi che passano e che cambiano, chiudiamo se pur dolorosamente una pagina importante delle nostre vite».

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