Cgil e Uil: «Sanità in Gallura allo sfascio, subito la legge di riordino delle Asl»
I sindacati: «Organici insufficienti e tante emergenze. La Regione ora deve intervenire»
Olbia «La situazione della sanità gallurese è catastrofica e adesso non si può più perdere tempo: la Regione deve approvare al più presto la legge di riordino delle Asl e il conseguente commissariamento delle stesse».
Vito Langiu della Uil Flp territoriale e Jessica Cardia della Cgil Fp gallurese, lanciano nuovamente l’allarme per la carenza di personale, ribadiscono l’inesistente comunicazione con la direzione generale dell’azienda e ricordano «che in questi tre anni, dopo averne sentito di ogni colore, abbiamo visto andare via circa 200 professionisti, tra dirigenti medici, infermieri e Oss. Alcuni infermieri, dopo essere stati formati per lavorare nel pronto soccorso della Asl gallurese, sono stati autorizzati in piena stagione estiva ad andare a lavorare all’Areus: assurdo. Per non parlare poi dei tanti posti letto persi e delle criticità riportate in un atto aziendale tutto da rifare».
«Anche le ultime notizie che stanno circolando ci preoccupano – proseguono i sindacati -: il direttore generale vorrebbe chiudere il consultorio familiare, ma probabilmente non è al corrente che è rimasta in servizio una sola ginecologa. Quindi: invece di potenziare l’organico si vorrebbe interrompere il servizio? Inaccettabile. E che cosa dobbiamo ancora attenderci? Nell’attesa delle risposte che la politica deve dare, gli operatori hanno perso la loro serenità e soprattutto la voglia di lavorare». Per Cgil Fp e Uil Flp «l’elenco delle criticità è sempre più lungo. «Mancano specialisti sia nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura che al Centro di salute mentale, dove si garantiscono soltanto le urgenze. E poi c’è una gravissima carenza di pediatri all’ospedale di Olbia: lo scorso mese di ottobre sono andati via tre pediatri e se la situazione non verrà sanata, il reparto, con il suo punto nascite, rischierà la paralisi».
« Ma tutte le unità operative sono al collasso. Al pronto soccorso del Giovanni Paolo II, per esempio, il personale è sottoposto a forte stress per gli eccessivi carichi di lavoro (e non solo d’estate) e, in generale, mancano medici, infermieri, ostetriche, operatori socio sanitari, tecnici di radiologia medica, fisioterapisti, tecnici della prevenzione e amministrativi. I tecnici di radiologia – continuano Langiu e Cardia - sono costretti a ruotare fra i tre ospedali e il malumore è tale da far pensare a una loro futura richiesta di trasferimento. A La Maddalena mancano anche i radiologi per far funzionare la tac a 120 strati e il servizio Dialisi, a causa dell’organico carente, non è più in grado di seguire tutti i pazienti al Paolo Merlo: a turno devono così ad andare in trasferta ad Arzachena per sottoporsi alla terapia. Bisognerebbe poi rivedere la collocazione attuale di alcune unità operative all’ospedale Paolo Dettori di Tempio, dove sono stati accorpati reparti che ospitano pazienti con differenti patologie, con rischi infettivi e con intensità assistenziali diverse. Non parliamo poi del disastro per le poche commissioni che devono valutare le invalidità. E così il numero delle persone che aspettano di ottenere la 104 e altri sostegni continua a crescere». (s.p.)