La Nuova Sardegna

Olbia

La memoria

Olbia, al museo il ricordo di Sircana e Bazzoni: «Veri amici e testimoni di pace»

di Dario Budroni

	La sala del museo che ha ospitato l'incontro (foto Vanna Sanna)
La sala del museo che ha ospitato l'incontro (foto Vanna Sanna)

I due volontari morirono 25 anni fa in un incidente aereo in Kosovo. Erano impegnati in un progetto umanitario

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Olbia. La sala del museo è piena e al microfono si alternano ricordi, pensieri, lacrime e anche qualche sorriso. La città ricorda Antonio Sircana e Roberto Bazzoni e lo fa con una cerimonia laica che ricostruisce, pezzo dopo pezzo, la storia di due uomini morti insieme sui freddi monti del Kosovo. Venticinque anni dopo l’incidente aereo gli amici, i colleghi e le famiglie sono ancora qua: per ritrovarsi e fare memoria in modo collettivo, ma anche per spiegare ai più giovani che dietro al nome della strada che porta all’ospedale nuovo – via Bazzoni Sircana – si nasconde una grande storia di altruismo e vero volontariato. Oggi, martedì 12 novembre, l’incontro nella sala conferenze del museo. Proiezioni, temi, riflessioni, c’è anche una canzone: è l’ omaggio speciale di Olbia a due amici partiti una mattina di novembre con appresso un bel quantitativo di protesi destinate ai bambini rimasti senza braccia e senza gambe a causa dell’esplosione di bombe e mine antiuomo.

Il ricordo. Antonio Sircana, medico ortopedico originario di Calangianus, aveva 44 anni. Roberto Bazzoni, originario di Sassari, tecnico ortopedico, di anni ne aveva invece 37. Morirono il 12 novembre del 1999, poco più a nord di Pristina, nello schianto dell’aereo targato Onu su cui viaggiavano insieme ad altre ventidue persone. Trasportavano protesi, ma l’obiettivo era quello di realizzare un centro di riabilitazione per bambini in un Paese martoriato dalla guerra. Oggi, dunque, il ricordo al museo in un incontro organizzato da alcuni colleghi con la benedizione del Comune e della Caritas. Bazzoni e Sircana, infatti, partirono proprio come volontari della Caritas diocesana. Il sindaco Settimo Nizzi, anche lui medico, non termina il suo intervento per la troppa commozione. L’ortopedico Franco Cudoni ricorda così quel 12 novembre di 25 anni fa: «Mi trovavo in macchina quando, alla radio, sentii la notizia di un aereo caduto in Kosovo. Un brivido mi corse lungo la schiena. Telefonai in Prefettura per avere notizie e chi mi rispose quasi si mise a ridere, come se mi stessi preoccupando inutilmente. Poi mi ricontattarono, avevano ricevuto notizie dalla Farnesina». E poi ancora: «Li hanno chiamati eroi e testimoni di pace, ma per noi erano anche due amici che stimavamo. Oggi siamo qui per dire che non li abbiamo dimenticati». C’è anche il collega Peppino Mela, a cui spettò il drammatico compito di riconoscere le salme di Bazzoni e Sircana in Kosovo. Per la Caritas parlano la delegata nazionale Laura Stopponi e i direttori, di oggi e di ieri, di quella diocesana: Domenico Ruzittu e suor Luigia Leoni, quest’ultima impegnata in prima linea nel progetto dedicato ai bambini del Kosovo. Sebastiano Bazzoni, padre di Roberto, parla del percorso di volontariato e solidarietà proseguito nel nome del figlio. Toccanti gli interventi delle mogli dei due volontari: Maddalena Lendini Sircana e Masina Langiu Bazzoni. Sono poi intervenuti don Mauro Bucciero, vicario del vescovo, e don Gianni Sini, parroco della Salette. Giansimone Masia, direttore di Confindustria, ricostruisce invece la figura del Roberto Bazzoni imprenditore. Non è voluto mancare Vegim Thaqi, imprenditore kosovaro e olbiese d’adozione che, in segno di riconoscenza, ha annunciato che presto, lui e la sua famiglia, doneranno alla città un monumento in memoria dei due volontari morti nel 1999. A ricordare Bazzoni e Sircana anche il vescovo Roberto Fornaciari, che ha celebrato una messa a San Simplicio.

Le borse. In memoria dei due volontari la Caritas ha deciso di coinvolgere anche le scuole mettendo in palio due borse di studio. Più di 40 i temi presentati. Ad aggiudicarsi le borse sono stati Lorenzo Meloni del Panedda e Lavinia Delogu del Mossa. A comporre la mini giuria la vicesindaca Sabrina Serra e la docente universitaria Lucia Giovanelli. Menzione per Alex Budroni, Gioele Cossu e Gianluca Varrucciu del Panedda, che hanno invece scritto una canzone.

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