Migranti, la comunità si divide: «Troppi 250 in un paese piccolo, schiamazzi e senso di insicurezza»
Ma i gestori del centro di accoglienza difendono la loro presenza e snocciolano i numeri reali
Trinità d’Agultu Assemblea partecipata e infuocata quella promossa da alcuni degli operatori del Consorzio Welcome Costa Rossa per parlare del Centro di accoglienza speciale per migranti di Paduledda. Oltre agli organizzatori e a diverse decine di cittadini, presenti anche l’amministrazione comunale a partire dal sindaco Giampiero Carta, le forze dell’ordine e gestori e dipendenti del centro migranti. I cittadini, prima timidamente, hanno iniziato a portare davanti all’assemblea tutte le problematiche di una difficile convivenza tra la comunità locale e gli ospiti della struttura.
«Troppe persone, schiamazzi, un diffuso senso di insicurezza percepita e problemi igienici»: queste le criticità sollevate da più parti, fino a generiche accuse di furti e anche di qualche episodio di aggressione. Ci si è anche chiesti «quale possa essere la strategia per coniugare il turismo, pilastro dell’economia trinitaiese e la presenza del centro, con l’occupazione degli spazi, la gestione dell’ordine pubblico e l’immagine della Costa rossa che si diffonde oltre i confini della comunità». «Sono troppi» si è sentito dire spesso nella sala. I numeri, in realtà, non sono elevatissimi: i gestori del centro garantiscono infatti che si tratta di meno di 250 persone ospitate tra il centro di Paduledda e i nuclei familiari ospitati in appartamenti singoli a Isola Rossa. Tenendo conto dei quasi 2400 abitanti su tutto il territorio di Trinità, il rapporto tra i cittadini residenti e i migranti ospitati nel centro è di uno ogni 10 abitanti.
Forte la replica dei gestori del centro migranti: «Noi siamo operatori turistici e gestori del centro migranti. Abbiamo saputo di questa riunione dalla stampa, nonostante facciamo parte noi stesso del Consorzio. Siamo qui per capire e ascoltare. Daremo le risposte che potremo dare, tenendo conto dei vincoli di riservatezza che abbiamo con la Prefettura. Il Consorzio non si dovrebbe occupare dell’argomento. Non vorremmo che dietro ci fossero delle persone che usano il Consorzio per dire quello che pensano». Poi gli stessi gestori hanno sottolineato l’apporto economico del centro, sia per la gestione che per il personale impiegato, con 21 dipendenti fissi e altri 15 stagionali e oltre 100 ospiti del centro che lavorano nelle attività economiche del territorio, tra strutture turistiche, agricole e edili.
Per risolvere i problemi, i gestori del centro ne hanno anche paventato la chiusura con il trasferimento degli ospiti in una struttura di prossima apertura a Sassari, ma hanno anche parlato del danno economico che questo trasferimento porterebbe, sia in termini di spesa e occupazione che di mancati introiti nelle casse comunali. Un annuncio che tuttavia è stato accolto da fragorosi applausi in sala. Infine, l’intervento del sindaco Giampiero Carta che ha sottolineato come l’amministrazione non sia competente in materia, essendo il Cas alle dipendenze dirette della Prefettura di Sassari, ma ha anche evidenziato come si sia sempre tenuto in contatto con i gestori del centro. Anche Carta parla di numeri: «Credo che 120-150 ospiti siano un valore aggiunto per la comunità. Numeri che potrebbero essere gestiti con maggiore facilità, sia nella struttura, sia dalla comuni».