La Nuova Sardegna

Olbia

La polemica

Olbia, caso panchine e commercianti: «Dalla giunta risposte sbagliate»

di Carolina Bastiani

	Le panchine sono state eliminate anche in piazza Mercato
Le panchine sono state eliminate anche in piazza Mercato

La consigliera Ivana Russu del Pd: «Ci si dimentica della socialità»

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Olbia Prosegue la rimozione delle panchine nel centro storico. Stavolta è il turno di quelle che circondano i grandi piloni in piazza Mercato, ma anche le poche rimaste in piazza Regina Margherita hanno i giorni contati. Una questione che ha sollevato un’infinità di polemiche, soprattutto per il valore sociale che rappresentano. A inserirsi nel dibattito ora è Ivana Russu, consigliera comunale del Pd, che dal centro storico allarga lo sguardo all’organizzazione degli eventi e al ruolo dei commercianti, recentemente accusati di mancanza di iniziativa dall’assessore comunale Marco Balata. Fulcro della riflessione sull’operato dell’amministrazione, è la scarsa sicurezza – sostiene Russu – a fronte di elevate sanzioni amministrative e la mancanza di servizi per il turismo e i cittadini, nonostante un imposta di soggiorno di un certo valore.

Ed è proprio da qui che parte il ragionamento della consigliera: «Gli assessori sono stati ingiusti nei confronti dei commercianti. La verità è che a Olbia non c’è un cartellone di eventi, non si fa programmazione. La città, che ormai conta oltre 60mila abitanti, non offre niente oltre alla passeggiata. Parlano tanto di Red Valley, ma anche quello è organizzato dai privati». E allora si renderebbe necessaria una spiegazione da parte della giunta. «Olbia – continua Russu – incassa 3 milioni di imposta di soggiorno, ma oltre al capodanno o al rally, concretamente cosa offre? Gli eventi andrebbero spalmati nel corso dell’anno per ottenere effetti. E per i commercianti l’amministrazione cosa fa? A guardar bene, l’animazione nel centro storico la fanno gli imprenditori. E anzi, meno male che ci sono loro a presidio delle piazze».

Poi l’altro punto focale. «La sicurezza – prosegue la consigliera – non si garantisce togliendo le panchine, che sono fondamentali per la vita sociale. Invece di rendere la vigilanza amica del territorio, la utilizzano solo per fare sanzioni, con la caccia al parcheggio selvaggio. Sanzioni di cui si vantano, dimenticandosi che, se un’amministrazione lavora bene, non dovrebbero esserci. In ogni caso, quegli incassi potrebbero essere investiti per i controlli, creando dei presidi, ma non lo fanno. Di fatto – conclude – si stanno completamente dimenticando della socialità di una città fatta di piccole e medie imprese e ne stanno svendendo l’anima».

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