La Nuova Sardegna

La storia

Karim Aga Khan, il principe visionario che cesellò un impero tra i graniti di Gallura

di Dario Budroni
Karim Aga Khan, il principe visionario che cesellò un impero tra i graniti di Gallura

Creò Porto Cervo, il Consorzio, l’aeroporto e Alisarda

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Porto Cervo Fu un finanziere inglese a parlargli di un posto lontano fatto di mare da favola e macchia mediterranea. Karim Aga Khan, poco più che ventenne, pensò che forse ne sarebbe valsa la pena. Fu la scintilla che innescò una spinta propulsiva dagli effetti inimmaginabili, per la Gallura ma anche per il resto della Sardegna: turismo, lavoro, una compagnia aerea, i più ricchi del mondo concentrati tra le solitarie insenature di Monti di Mola. E al di sopra di tutti, con i suoi modi garbati e le sue visioni lungimiranti, c’era sempre lui: il principe, l’imam degli ismailiti che a Porto Cervo decise di costruire una chiesa. Fu lui, il 14 marzo del 1962, in uno studio notarile al civico 193 di corso Umberto a Olbia, a fondare il Consorzio Costa Smeralda.

Una novità assoluta che avrebbe governato, con gusto, rispetto e buon senso, lo sviluppo in quei terreni tra Arzachena e Olbia su cui l’Aga Khan e alcuni suoi amici, con il supporto della politica locale, decisero di investire. Fu la nascita della Costa Smeralda, degli hotel extra lusso disegnati dai migliori architetti dell’epoca e delle ville nascoste tra i cespugli e i profumi della macchia mediterranea. E poi Porto Cervo, con il suo borgo e con la sua marina. I galluresi, prima costretti a emigrare, di punto in bianco si ritrovarono abitanti di una terra che il lavoro che riusciva invece a offrirlo. Ma c’era tutto un mondo ancora da costruire per poter sostenere la Costa Smeralda. Sulla preistorica pista dell’aeroporto di Venafiorita, a Olbia, nel 1964 decollarono così i primi aerei della compagnia da lui fondata: Alisarda. Ci volarono addirittura un paio di Beatles all’apice del loro successo. Tutto ciò che arrivò dopo, con quel ritmo e a quella velocità, ha pochi eguali nella storia. Solo qualche anno più tardi, il principe fondò un nuovo e più grande aeroporto. Il nome? Costa Smeralda.

Poi arrivarono tante altre cose: le società e le imprese, anche artigianali, a supporto di Porto Cervo e dintorni, un Consorzio in grado di assicurare qualsiasi tipo di servizio alla Costa Smeralda, uno degli yacht club più prestigiosi al mondo, una barca chiamata Azzurra creata insieme a Gianni Agnelli, addirittura un campionato di rally con i migliori piloti di quegli anni. Una luna di miele, tra l’Aga Khan e la Gallura, che tempo dopo cominciò in qualche modo a entrare in crisi, senza però esaurirsi totalmente. La stop al nuovo sviluppo urbanistico previsto dal suo Master Plan, dopo anni di tentativi e braccio di ferro con la politica, diede il via a un lento ma progressivo ritiro dell’Aga Khan dagli affari in Sardegna. Più di venti anni fa il controllo della Costa Smeralda passò così all’americano Tom Barrack e, più tardi ancora, al fondo sovrano del Qatar. All’Aga Khan restarono però le quote dell’aeroporto e della seconda sua più grande creatura: la compagnia aerea Alisarda, nel frattempo diventata Meridiana, la seconda del Paese dopo Alitalia.

Nel 2018, dopo anni di ricapitalizzazioni, crisi e dolorosi licenziamenti, arrivarono i soldi di Qatar Airways. Meridiana cambiò nome e portò un po’ di nuova speranza: divenne Air Italy, ma naufragò due anni più tardi, qualche settimana prima del lockdown. La compagnia finì in liquidazione e a Olbia si aprì una ferita che ancora oggi non si è del tutto rimarginata. Ormai anziano, le presenze del principe Karim Aga Khan in Gallura si fecero sempre meno frequenti. Gli restava però la presidenza dello Yacht Club Costa Smeralda, fondato nel lontano 1967, uno dei gioielli di un principe che, da queste parti, la storia l’ha davvero cambiata.

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