La Nuova Sardegna

Olbia

Coniugi in cella

Violentata per dieci anni dal padre e la madre non fa nulla per impedirlo: in carcere

di Tiziana Simula
Violentata per dieci anni dal padre e la madre non fa nulla per impedirlo: in carcere

Sentenza definitiva per marito e moglie: lui era stato condannato a 7 anni e 6 mesi, lei a 3 anni e 6 mesi

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Olbia Violentata per dieci anni dal padre. Senza che sua madre facesse niente per impedirlo, pur sapendo tutto. Per marito e moglie, oggi 13 marzo, si sono aperte le porte del carcere perché la sentenza di condanna inflitta dal tribunale di Tempio e confermata in appello, è diventata definitiva. L’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura di Tempio è stato notificato al loro difensore, l’avvocato Angelo Merlini, e i due condannati, sono stati accompagnati dagli agenti di polizia giudiziaria in carcere per l’espiazione della pena. Marito e moglie, 50 anni lui, 60 lei, erano stati condannati il 10 maggio 2023 dal tribunale di Tempio: l’uomo a 7 anni e 6 mesi di reclusione, la donna a 3 anni e 6 mesi. Per entrambi il tribunale aveva disposto la perdita della responsabilità genitoriale, l’interdizione senza limite di tempo da qualsiasi ufficio attinente la tutela, la curatela e l’amministrazione di sostegno.

Anche la Corte d’appello di Sassari li ha ritenuti colpevoli: la sentenza di condanna in primo grado, è stata confermata anche in secondo grado il 16 ottobre 2024. Ora la sentenza è diventata definitiva. La vittima delle violenze aveva 9 anni quando, secondo le accuse, suo padre aveva cominciato ad abusare di lei, approfittando della sua tenera età e della condizione di inferiorità psichica. Violenze consumate tra le mura domestiche con un padre che avrebbe dovuto proteggerla e che, invece, è diventato il suo aguzzino. Secondo i giudici, la madre, pur sapendo tutto, non è intervenuta per mettere fine al calvario della figlia.

Dopo il pronunciamento del tribunale di Tempio, il difensore dei coniugi, aveva impugnato la sentenza di condanna. In Corte d’appello era stata riaperta l’istruttoria. Il procuratore generale aveva infatti chiesto alla Corte che fosse risentita in aula la presunta vittima delle violenze sessuali – che oggi ha 26 anni –, ritenendo necessari dei chiarimenti sulle dichiarazioni rese quando fu sentita in incidente probatorio. La ragazza era stata risentita e aveva confermato le circostanze già riferite in incidente probatorio. Un’esame, questo, decisivo sull’accertamento della responsabilità dei genitori e che ha portato alla conferma della sentenza di primo grado.

L’uomo era accusato di aver costretto sua figlia a subire violenze sessuali per dieci lunghi anni, da giugno 2008 a febbraio 2017. A far scattare la denuncia furono le insegnanti della bambina, con cui la piccola si era confidata. Il padre aveva ripetutamente abusato di lei, vietandole anche di usare il cellulare per comunicare con gli altri, e impedendole perfino di uscire. La ragazza si è costituita parte civile con l’avvocata Delia Serra ed è stata seguita fin dall’inizio dal centro antiviolenza “Prospettiva donna” che l’ha sostenuta attraverso l’attività di un’equipe multidisciplinare che l’ha aiutata a rielaborare il vissuto di violenza e a riprendere in mano la propria vita.

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