La Nuova Sardegna

Olbia

Il piano dei litorali

Olbia, i balneari sul piede di guerra: «Il nuovo Pul ci rovinerà»

di Dario Budroni

	I balneari durante il consiglio comunale
I balneari durante il consiglio comunale

Gambella (Itb): «Con il 70 per cento di spiaggia libera meno lavoro e meno servizi»

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Olbia. Con addosso la giacca rossa da bagnino, seduti sulle poltroncine del consiglio comunale, hanno seguito l’intera presentazione del nuovo Piano di utilizzo dei litorali. Alla fine, però, hanno lasciato il palazzo di via Garibaldi più scontenti di prima. Per i balneari il nuovo Pul non porterà nulla di buono, almeno per quanto riguarda il loro comparto. Francesco Gambella, segretario regionale dell’Itb, lo dice chiaro e tondo: «Così si distrugge un’intera categoria, più tutto l’indotto». Naturalmente non piace l’obiettivo di portare a 70 la quota percentuale che sarà riservata alla spiaggia libera. Allo stesso tempo non convincono nemmeno le regole previste per i nuovi chioschi. Il Pul non è stato adottato, ma lunedì 9 dicembre in consiglio comunale è stata approvata la proposta del piano insieme all’avvio delle procedure di esproprio nel retrospiaggia. Si tratta ancora di un primo passo. Questi gli obiettivi principali del Pul pensato dalla giunta Nizzi: sostenibilità ambientale, maggiore spazio alla libera fruizione, arretramento dei chioschi, retrocessione dei parcheggi, miglioramento degli accessi e salvaguardia delle dune. La minoranza, in particolare con i dem Rino Piccinnu, Ivana Russu e Gian Luca Corda, ha espresso non poche perplessità. Così, in attesa di futuri chiarimenti, al momento del voto si è astenuta.

Spiaggia libera.  Gambella parte da un primo dato: attualmente la quota per la spiaggia libera è del 35 per cento, mentre in futuro sarà raddoppiata. «Significa che, raggiungendo il 70, il 35 per cento delle aziende dovrà chiudere – spiega –. E chi rimane, invece, dovrà dimezzare i propri spazi». Ma per Gambella c’è di più. Per lui il Pul va letto insieme al decreto Meloni, che, nell’ambito delle concessioni che andranno a bando nel 2027, prevede che ogni singola impresa possa partecipare a una infinita serie di gare. «Nelle tavole del Pul, proiettate in Consiglio, ci siamo accorti che è previsto l’accorpamento di più concessioni in un unico blocco, suddiviso solo dalla passerella – dice Gambella –. In questo modo si renderà piuttosto appetibile l’accaparramento di tutti i servizi di una spiaggia da parte di una sola impresa. A beneficiarne saranno pochi potenti». Per i balneari, insomma, il 70 per cento delle spiagge avrà gli effetti di una mazzata. «Vuol dire distruggere il nostro settore, con tutti i posti di lavoro che offre, e anche il turismo balneare – continua Francesco Gambella –. Ricordiamoci che i turisti vanno alla ricerca dei servizi: lettino, ombrellone e molto altro».

Dialogo. Il segretario Itb spiega di aver provato, un anno fa, a chiedere un incontro con il sindaco, ma senza successo. «Serve un dialogo, un confronto, siamo direttamente interessati» dice Gambella. Ma sono anche altri i punti che non convincono i balneari. Ad esempio le regole ben precise relative a materiali e architetture dei nuovi chioschi e anche l’eventuale diminuzione, con il dimezzamento delle concessioni, dei bagnini in spiaggia. Dubbi anche sull’intenzione del Comune di allontanare totalmente le imbarcazioni a motore dalle spiagge. «Esistono le corsie di lancio e l’ordinanza balneare parla chiaro – conclude Gambella –. Resteremo al fianco delle famiglie dei balneari sardi fino all’ultimo, senza se e senza ma».

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