Olbia, marito e moglie con disabilità vivono in camper da 5 anni: «Siamo disperati»
La drammatica storia di Domenico e Paola: «Questa non è vita, vorremmo solo una casetta»
Olbia. Domenico Dau, 73 anni, spinge la carrozzina sulla quale è seduta sua moglie, Paola Mele, di 61 anni. La donna ha una disabilità importante e lui pensa a ogni cosa. Attraversano l’androne dell’ospedale e raggiungono gli ambulatori perché hanno un appuntamento con gli otorini Selena Melis e Ivano Bertetto. E sono proprio i due specialisti, mentre chiacchierano durante la visita, a scoprire la realtà drammatica in cui si trova la coppia. Da ben cinque anni Domenico e Paola vivono su un camper. «Sì questa è la nostra casa, purtroppo – dice Domenico, mostrando le chiavi del caravan – e ancora oggi non ci sembra possibile. Abbiamo chiesto un alloggio popolare, non ci è stato assegnato. E ne avremmo diritto considerata la grave neuropatia di cui soffre mia moglie. Eppure niente. Non so quante altre persone ci siano in attesa, ma ciò che so è che la nostra vita è su quelle quattro ruote, in giro da una parte all’altra, senza una meta, cercando un posto sicuro dove fermarci. In questo periodo stiamo anche vivendo al freddo perché la stufa del nostro camper non funziona più: ci vorrebbero mille euro per ripararla ma non può essere la priorità. Dobbiamo pensare a sopravvivere. Sì, abbiamo l’acqua calda a bordo, ma è impossibile farsi la doccia perché l’ambiente è gelido. Così, a giorni alterni, andiamo al dormitorio di via Canova dove possiamo lavarci pagando tre euro ogni volta».
Paola tiene la testa bassa, porta sempre gli occhiali scuri quando c’è il sole perché i suoi occhi sono sofferenti. È davvero stanca, non ce la fa più. Ma anche Domenico è esausto. «Cinque anni sono veramente tanti e siamo disperati – prosegue l’uomo –. E io anche se non sono più giovanissimo continuo a guidare, come faccio da ben 51 anni. Ma non potrò andare avanti così per molto. Le forze non sono più quelle di una volta e devo comunque sostenere mia moglie in ogni momento: farla scendere e salire dal camper non è semplice e poi devo aiutarla in tutto: a vestirsi, a mettersi a letto, ad andare in bagno. E fare queste cose in spazi ristretti è un’impresa davvero dura. Sono ovviamente felice di assistere mia moglie e farei qualunque cosa per lei, ma una situazione come questa è inaccettabile».
Domenico è originario di Berchidda, Paola di Monte Petrosu. Si sono sposati 31 anni fa, non hanno avuto figli «e ora diciamo per fortuna, visto come siamo finiti» e il loro è veramente un grande amore. «Ma vorremmo passare il resto della nostra vita in una semplice e piccola casa. Ci siamo trasferiti a Olbia una decina di anni fa, ma le case in cui siamo andati ad abitare, prima in città e poi in un residence in periferia, erano umide e non a norma. Abbiamo sempre pagato l’affitto regolarmente, perché sia io che mia moglie abbiamo la pensione e non abbiamo debiti. Ma quando ci hanno staccato la luce e l’acqua, mi sono ammalato di broncopolmonite tanto da dover trascorre quasi due settimane all’ospedale. Allora abbiamo detto basta. Non potevamo più vivere in quel modo e mi sono messo alla ricerca di un appartamentino in cui poterci trasferire. Niente da fare. Chi ne aveva qualcuno a disposizione lo affittava solo d’estate e in altri casi i prezzi erano troppo alti. Ci siamo allora mossi per poter avere un alloggio popolare, ma ci hanno ripetuto più volte che non ci spettava, che la lista delle persone in attesa era lunga. Di fronte a un futuro senza un tetto, siamo così stati costretti a comprare un camper usato, nel quale viviamo appunto da cinque lunghissimi anni. Non siamo persone che hanno pretese, vorremmo solo una casetta. Io faccio la spesa e mangiamo per conto nostro senza chiedere nulla a nessuno, cuciniamo nel camper e cerchiamo di arrangiarci. Ma questa non è vita. Il camper avrei voluto usarlo per portare mia moglie in vacanza, per andare al mare oppure in montagna. Ma sono solo sogni. E per ora continuiamo a vivere sulle nostre quattro ruote».