Compra una bici online e gli rubano l’identità: indagato per truffa da tre procure
All’uomo sono stati notificati avvisi di garanzie da Alessandria, Latina e Teramo
Calangianus L’acquisto di una bicicletta su un sito di compra vendite, tra l’altro non andata a buon fine perché non l’aveva comprata, è costata cara a un 63enne di Calangianus. Rimasto vittima di un furto di identità che gli sta provocando pesanti guai giudiziari: l’uomo, infatti, sta ricevendo da diverse Procure d’Italia avvisi di garanzia. È accusato di truffa online dalle Procure di Alessandria, Latina e Teramo. «Ma io non ho commesso alcun reato», denuncia lui. In pratica, qualcuno, utilizzando il suo nome, ha aperto degli account e conti correnti in vari istituti bancari truffando gli ignari acquirenti che si ritrovavano a pagare merce che in realtà non arrivava. Assistito dall’avvocato Alberto Piccinnu, da mesi l’uomo, invalido e incensurato, sta cercando di difendersi da queste accuse.
Ha già presentato denuncia querela contro ignoti per furto di identità, e ha chiesto di essere interrogato per i tre procedimenti penali aperti a suo carico dalle tre Procure «e per altri che potrebbero essere pendenti dei quali non sono a conoscenza, per dimostrare la mia estraneità ai fatti e dimostrare di essere stato solo vittima», dice l’uomo nella denuncia. Il pensionato, un ex operaio, è esasperato, perché, spiega, nonostante tutte le azioni messe in atto finora, la situazione non si è ancora sbrogliata. Tutto è cominciato quando ha deciso di comprare una bicicletta che aveva visto su un sito di compra vendite. Si era messo in contatto tramite whatsapp con la persona che la stava vendendo e gli aveva mandato il suo documento di identità (c’era stato uno scambio di documenti). La trattativa, però, non era andata a buon fine. Niente acquisto di bicicletta, insomma. A un certo punto, però, si era reso conto che il numero dal quale erano stati mandati i messaggi durante il loro contatto, era stato oscurato.
Dopo alcuni mesi – ovvero a settembre 2024 – i carabinieri gli avevano notificato l’informazione di garanzia per il reato di truffa da parte delle Procure di Alessandria e di Latina. «Solo in seguito a ciò, mi sono reso conto che lo scambio di documenti avvenuto su whatsapp era ricollegabile alla vicenda», spiega il pensionato. Qualche giorno fa, l’ennesima doccia fredda: ancora un’informazione di garanzia con la stessa accusa, questa volta dalla Procura di Teramo. «Io non ho mai venduto niente online negli ultimi anni – spiega l’uomo – Negli ultimi due anni non ho neppure fatto viaggi fuori dalla Sardegna. E ho un unico contro corrente, dove viene accreditata la mia pensione, non ho mai attivato altri conti. Ritengo di essere stato vittima di un furto d’identità che mi sta causando gravissimi danni», dice ancora nella sua denuncia. Oltre a presentare la denuncia querela contro ignoti e scrivere alle Procure che hanno aperti i procedimenti penali, l’avvocato Alberto Piccinnu ha anche chiesto alla Banca d’Italia di bloccare tutti i conti correnti aperti a nome del suo assistito, eccetto l’unico da lui effettivamente utilizzato.